Ventimiglia, due migranti aggrediscono volontaria della CRI: parla un testimone
“Ho visto tutto e sono pronta a metterlo per iscritto dovunque sia necessario”, ha dichiarato la signora Leobilla, “Non capisco perché ora qualcuno neghi”
Ventimiglia. “Ho visto tutto e sono pronta a testimoniare”. La signora Filomena Leobilla vive con il marito in uno degli appartamenti situati all’interno del condominio che si affaccia sull’ingresso del centro di accoglienza per migranti allestito dalla Croce Rossa, in piazza Cesare Battisti.
Dalla sua terrazza, dove si era recata per raccogliere qualche foglia di basilico, la donna ha assistito ad una scena che le è rimasta ben impressa nella memoria. Una scena della quale ricorda ogni minimo particolare.
“Stavo raccogliendo il basilico quando ho sentito le grida di una donna”, ha dichiarato la signora Leobilla ai nostri microfoni, “Mi sono sporta e ho visto una ragazza con la divisa della CRI, una volontaria, messa al muro da due migranti. Le hanno messo le mani addosso, la toccavano e nel frattempo la tenevano per i polsi”.
“Mi sono messa ad urlare anche io”, ha aggiunto Filomena Leobilla, “Ho cercato di incoraggiare la ragazza ma, probabilmente, non mi ha sentito. Era allo stremo delle forze, poverina. I due uomini erano grandi e grossi”.
Ad un certo punto la ragazza riesce a sfuggire dalla morsa dei suoi aggressori e chiede aiuto agli agenti della Polfer, suonando il citofono presente sul muro contro al quale era stata spinta.
“Dopo pochi attimi”, racconta la Leobilla, “Sono arrivati quattro o cinque agenti con i manganelli in mano e, per fortuna, i due migranti sono stati allontanati dalla loro vittima”.
Cosa è successo dopo? “Altri volontari della CRI hanno soccorso la ragazza, portando dei sacchetti di ghiaccio secco che ha tenuto per un bel po’ sui polsi doloranti”.
La signora Leobilla non è stata l’unica ad assistere alla violenza: “Non posso dire di aver visto tutto”, ha dichiarato un suo vicino di casa, Silvio Perrone, “Ma le grida della donna le ho sentite anche io. Mi sono affacciato, ma dal mio terrazzo non ho visto granché, solo confusione e tanta gente”.
Dopodiché il silenzio. Nessuna denuncia. Niente di niente fin quando la stessa Filomena Leobilla non racconta tutto a Carlo Iachino, Consigliere, che narra il fatto durante un Consiglio Comunale.
Riportate sul giornale, le sue dichiarazioni vengono smentite dalla stessa Croce Rossa, indignata per il comportamento del Consigliere, reo, secondo la CRI, di non essersi documentato prima di divulgare la notizia.
“Ho raccontato quello che è successo al Consigliere Iachino”, ha concluso la Leobilla, “E ora so che gli è stato dato del bugiardo. Perché? Perché tutte queste frottole? Io so quello che ho visto e so che davanti a Gesù Cristo sto dicendo la verità”.