Seborga finisce su Report: le precisazioni dell’Ufficio Stampa del Principato
“si precisa che né il Principato di Seborga né i suoi Cittadini sono nel modo più assoluto implicati in traffici internazionali illegali di armi, come il servizio lascerebbe intendere”
L’Ufficio Stampa del Principato ha diffuso oggi la seguente nota ufficiale circa il servizio televisivo della trasmissione “Report” andato in onda su RAI 3 ieri sera, 15 novembre 2015, in cui si faceva riferimento al fatto che il Principato di Seborga sia implicato in un traffico internazionale illegale di armi.
“A seguito della puntata del programma televisivo “Report” andata in onda su RAI 3 ieri sera, domenica 15 novembre 2015, e avente titolo “Finché c’è guerra c’è speranza”, si precisa che né il Principato di Seborga né i suoi Cittadini sono nel modo più assoluto implicati in traffici internazionali illegali di armi, come il servizio lascerebbe intendere. Semplicemente, l’autore del servizio, per introdurre l’argomento della “Legione Brenno”, ha voluto parlare del fatto che tale organizzazione, tra le tante iniziative cui ha preso parte durante il suo periodo di attività, fu chiamata nel 1996 dal Principe Giorgio I per istruire il Corpo delle Guardie in merito ad iniziative di mero carattere cerimoniale e con finalità esclusivamente folkloristiche. Come già accertato a suo tempo dalle Autorità competenti, né il Principe Giorgio né le Guardie erano al corrente della connotazione criminosa dell’organizzazione; il Principato di Seborga è dunque totalmente slegato da tutte le azioni penalmente rilevanti dell’organizzazione “Legione Brenno”. Si precisa inoltre che la vicenda trattata dal servizio risale al 1996 e non coinvolge dunque in alcun modo il Principe Marcello I e l’attuale Consiglio della Corona, che anzi non ne erano al corrente”.