Il MoVimento 5 Stelle risponde alla Idroedil e formula 8 domande

Audizione che ha confermato molti dubbi, circostanziati, su come siano state gestiti sia i Lotti precedenti che la autorizzazione al nuovo Lotto 6
Sanremo. I portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera, in Europa, in Regione Liguria e a Sanremo, scrivono alla Idroedil:
Idroedil dichiara: ” i verbali della audizione sono stati pubblicati on line a cura del Movimento Cinque Stelle Sanremo e non nella sede propria degli atti parlamentari”
Il Presidente della Commissione Parlamentare Alessandro Bratti, all’inizio della audizione dichiara: “della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico che sarà pubblicato sul sito internet della Commissione e che se lo riterrà opportuno i lavori della Commissione proseguiranno in seduta segreta”
Quindi è chiaro che il verbale della audizione svolta nel febbraio 2015 è stata pubblicato da tempo, quello che non era stato ancora pubblicato era la parte secretata che è stata desecretata solo lo scorso 28 ottobre 2015. Quindi nessuna anticipazione da parte di soggetti esterni al Parlamento ma semmai una integrazione a quanto già pubblicato nei mesi scorsi.
Idroedil dichiara: “Ho notato delle ipotesi e dei sospetti veramente fantasiosi e, nuovamente, questo accostamento agli ambienti mafiosi”
Ovviamente nessuno tra cittadini impegnati contro il progetto Lotto 6 nei comunicati rilasciati e neppure i parlamentari della Commissione in Audizione hanno mai affermato un legame diretto o indiretto con gli ambienti mafiosi.
In realtà è stato il Sostituto Procuratore Cavallone a precisare (pagina 11 del verbale della Audizione) che la ditta Ecoscavi che lavora alla realizzazione del lotto 6 ha impiegato nel passato personaggi condannati per associazione mafiosa e continua a impiegare personale delle ditte del clan Pellegrino recentemente condannato per associazione di tipo mafioso dal tribunale di Imperia. Il Procuratore così conclude sul punto: “Il sospetto – ma le indagini vanno avanti per trasformare i sospetti in prove e, se le prove non ci sono, per chiedere l’archiviazione – è che attraverso la Ecoscavi possa continuare a essere gestito quel patrimonio di lavori che prima facevano capo alle ditte dei fratelli Pellegrino, ritenuti appartenenti a una ‘ndrina della ‘ndrangheta operante nel territorio di Bordighera, il clan Barilaro-Pellegrino.”
Idroedil afferma: “Alla Idroedil non sono mai stati contestati fatti di corruzione, né di rapporti con sospetti mafiosi, né sversamenti illeciti di rifiuti, e le varie indagini svolte sono state archiviate per infondatezza.”
Il Procuratore Cavallone afferma che i Ghilardi non sono dentro la ditta Ecoscavi: “però noi sappiamo, attraverso le intercettazioni, che sono quelli. Ne parlano, sono preoccupati anche di questo, cioè che l’antimafia si possa accorgere che lavorano all’interno della Ecoscavi questi personaggi. Il problema è che i signori Ghilardi negli anni hanno subito attentati anche pesanti agli impianti, minacce rappresentate da proiettili lasciati sull’uscio di casa eccetera. L’ipotesi su cui sta lavorando la Procura di Imperia è che ci sia stata in passato una forma di estorsione. Questa è l’ipotesi di indagine.”
Stiamo quindi parlando non di generici sospetti ma di intercettazioni, non solo ma, come ha dichiarato il Sostituto Procuratore, le indagini sulla questione dei rapporti sospetti con organizzazioni criminali sono ancora aperte. Il dato inquietante, sottolineato dal Procuratore, è che sui proprietari della Idroedil, pur avendo questi presentato denuncia contro ignoti per gli attentati subiti: “c’è un’intercettazione ambientale in cui dice «non l’ho voluto rovinare», cioè dimostra di sapere chi è la persona che gli aveva fatto questo attentato.”
La ditta Idroedil nella dichiarazione sopra riportata afferma inoltre che non sono mai stati contestati sversamenti illeciti di rifiuti. In realtà non è così a pagina 13 e 14 il Procuratore afferma che è in atto una indagine presso la Procura Distrettuale Antimafia ai sensi dell’articolo 260 del DLgs 152/2006: Attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti.
Relativamente al sequestro della discarica per questioni legate al rischio idrogeologico la ditta Idroedil afferma: “Il dissequestro del Lotto 6 e’ stato disposto proprio dal dr. Cavallone dopo che ha avuto modo di validare o meno tutte queste assunzioni.”
In realtà il Procuratore nella sua Audizione afferma che sia il perito nominato da lui che quello nominato dal Giudice hanno concluso: “che molti calcoli fatti dai funzionari o dai consulenti della provincia erano sbagliati e alcune volte erano carenti le procedure di accertamento (ad esempio, un solo carotaggio per verificare la consistenza del terreno). Comunque, alla fine, è arrivato alla conclusione che, in termini di stabilità, questo scavo si potrebbe anche fare. Ciò che è rimasto in sospeso – e il perito nominato dal giudice l’ha ritenuto altamente probabile – è che ci siano delle falde acquifere e delle cavità carsiche che non sono state attentamente valutate dalla provincia e dai suoi consulenti e che, se effettivamente sussistenti, impedirebbero sostanzialmente di realizzare questa discarica.”
Quindi il ragionamento del Procuratore è chiarissimo: relativamente al reato di falso ideologico non si è proceduto perché le due perizie sopra citate hanno dimostrato che non c’era rischio di stabilità dei versanti per gli scavi, da cui il dissequestro. Ma conclude il Procuratore: “i titolari della ditta Idroedil che doveva realizzare questo lavoro, e tecnici e funzionari della provincia hanno ventilato la possibilità di fare ulteriori accertamenti per verificare se effettivamente l’acqua c’è o non c’è. Come Procura, noi abbiamo dato la massima disponibilità, però nessuno finora si è fatto avanti per fare questo ulteriore accertamento…… Il problema riguarda il possibile inquinamento delle falde”.
In altri termini il Procuratore rinvia la questione agli enti che hanno autorizzato il progetto di nuova discarica senza valutare completamente, se non sulla base di accertamenti minimali e non esaustivi, la presenza di una sorgente d’acqua sotto l’area interessata dalla nuova discarica.
Si ricorda che l’allegato 1 al DLgs 36/2003 prevede al punto 2.4.1 che: “L’ubicazione e la progettazione di una discarica devono soddisfare le condizioni necessarie per impedire l’inquinamento del terreno, delle acque sotterranee o delle acque superficiali”.
A conferma della serietà del problema ci sono le parole dello stesso Procuratore che a pagina 16 del verbale di Audizione afferma: “Ci sono state varie cose strane. Anche
durante la nostra indagine è emerso che all’interno di un pozzo da cui un contadino prelevava l’acqua per innaffiare il proprio campo usciva fuori il percolato. Anziché denunciarlo agli organi competenti, il contadino ha chiamato Ghilardi, il quale l’ha ricompensato purché non rendesse pubblica questa cosa.”
Idroedil rispondendo ai critici del progetto Lotto 6, relativamente ai controlli fatti sia per il nuovo cantiere che per i lotti già coltivati in precedenza, afferma: “i controlli che vengono fatti dalle istituzioni ma che per loro non contano mai nulla”.
Sul punto il Procuratore afferma, pagina 14 del verbale di Audizione: “a volte non si ha la certezza che questi controlli siano veramente capillari, efficaci e, soprattutto, che non siano comunicati prima (questo è il problema)” per poi aggiungere: “c’è un’intercettazione in cui un avvocato che segue queste vicende anche per conto di Ghilardi avvisa i suoi clienti che ci sarà sicuramente – non si sa quando, ma ci sarà – una verifica all’impianto di Collette Ozotto, e questo in un’epoca in cui il dato doveva essere ancora riservato e non comunicato. Questo fa ritenere che effettivamente ci siano delle fughe di notizie, è ovvio, credo nell’interesse dei diretti interessati.”.
Infine Idroedil nel contestare le critiche al progetto Lotto 6 accusa che chi critica vuole: “sovvertire le procedure autorizzatorie”,
Peccato che questa affermazione sia una mera accusa generica mentre avremmo voluto che il rappresentante di Idroedil spiegasse le ragioni di una serie di lacune istruttorie molto precise elencate dai critici del progetto Lotto 6. In particolare avremmo voluto risposte alle seguenti domande:
1. Perché gli aspetti di impatto sanitario non sono stati presi in considerazione nella predisposizione dello Studio di Impatto Ambientale che ha portato al giudizio di VIA regionale del 2012. Aspetti richiesti sia dalla normativa nazionale che regionale.
2. Perché lo Studio di Impatto Ambientale del progetto Lotto 6 non conteneva una corretta analisi costi benefici che permettesse un confronto con altri siti alternativi e con la opzione zero. Analisi richiesta dalla stessa normativa regionale.
3. Perché lo Studio di Impatto Ambientale non ha valutato l’impatto cumulativo del nuovo Lotto con i Lotti precedenti. Valutazione richiesta dalla normativa nazionale sulla VIA applicabile anche alle procedure di competenza regionale.
4. Perché la ditta Idroedil non ha mai dato corso alle ulteriori indagini sulla presenza di sorgenti all’interno della collina interessata dagli scavi per il Lotto 6 come richiesto dalla Procura della Repubblica e dai periti della stessa.
5. Perché nella domanda di AIA Idroedil non ha presentato un confronto tra alternative tecniche di gestione dell’impianto Confronto richiesto dalla disciplina nazionale dell’AIA
6. Perché lo Studio di Impatto Ambientale non ha minimamente valutato il potenziale impatto ambientale e sanitario sulle zone residenziali limitrofe al sito del Lotto 6. Valutazione richiesta dalla normativa europea sulle discariche.
7. Perché la ditta Idroedil non ha presentato uno Studio di incidenza per valutare i possibili impatti sia sul sito habitat Bassa Valle Armea che sulla specie habitat dei pipistrelli presenti nella grotta. Vogliamo ricordare all’AD di Idroedil che ha affermato che la grotta è artificiale che al di la della questione della presenza di sorgenti (di cui abbiamo trattato sopra) la presenza nella grotta di una specie tutelata trasforma questa grotta in un sito habitat tutelabile ai sensi della normativa in materia. Infatti la lettera f) articolo 2 del DPR 357/1997 afferma che per habitat di una specie si intende: “ambiente definito da fattori abiotici e biotici specifici in cui vive la specie in una delle fasi del suo ciclo biologico;”.
8. Perché la ditta Idroedil non ha mai svolto indagini per capire gli impatti non solo ambientali ma anche sanitari che possono aver prodotto le anomale fuoriuscite di biogas come affermato dal Procuratore Cavallone nella Audizione alla Commissione Parlamentare (si veda in particolare pag. 9 e 19).
Alla luce di quanto sopra se i rappresentanti della ditta Idroedil volessero dimostrare un momento di umiltà e soprattutto di rispetto verso i cittadini colpiti dai disagi delle varie discariche gestite nella zona darebbero risposte puntuali e precise sia alle domande sopra esposte ma anche alle questioni, molte ancora aperte, poste dalla Audizione del Procuratore Cavallone.
Audizione che ha confermato molti dubbi, circostanziati, su come siano state gestiti sia i Lotti precedenti che la autorizzazione al nuovo Lotto 6.
La serietà di una ditta si misura in primo luogo dalla trasparenza, dal rispetto delle procedure e delle buone pratiche istruttorie, ma in particolare dal rispetto verso chi dalle discariche non guadagna nulla ma subisce invece un potenziale danno ambientale e sanitario ma anche economico considerata la valorizzazione degli immobili vicini ad un’area di questo tipo.
Queste persone sono tantissime e vanno rispettate allo stesso livello con cui devono essere rispettati i lavoratori della ditta Idroedil.
(con la consulenza tecnica del Giurista ambientale dottor Marco Grondacci)