Attentato di Imperia, ai due fermati contestato il reato di strage
Gli attentatori potrebbero essere molti di più, indagini coperte dal segreto istruttorio della Procura
Imperia.“Chiunque, fuori dei casi preveduti dall’articolo 285, al fine di uccidere, compie atti tali da porre in pericolo lapubblica incolumità è punito, se dal fatto deriva la morte di più persone, con l’ergastolo. Se è cagionata la morte di una sola persona, si applica l’ergastolo. In ogni altro caso si applica la reclusione non inferiore a quindici anni”. L’articolo é il 422 del codice penale: strage. É quello che il pm Maria Grazia Pradella contesta a Aramit Ismajlukaj, 29 anni, con precedenti penali, grave all’ospedale dove é piantonato e Reti Insajlukaj, di 19, pure lui pregiudicato.Nell’attentato di via del Collegio é morto Albert Jakupaj, 19 anni, clandestino. Il primo, quello che fungeva da palo, miracolosamente illeso, é stato fermato dalla polizia. “Non é stato per nulla collaborativo”, hanno detto gli inquirenti al termine di un lungo interrogatorio. L’altro é piantonato in ospedale. L’accusa della procura é stata contestata in concorso (articolo 110 del codice penale). Viene contestato anche il reato di detenzione di materiale esplodente (la tanica di benzina utilizzata per compiere l’attentato ndr)
Ma potrebbero esserci anche altre persone, forse altri connazionali dei tre, che hanno collaborato a compiere l’attentato ecco perché gli investigatori, al momento, preferiscono mantenere un comprensibile riserbo anche per non compromettere le indagini.
Il possibile bersaglio dell’attentato forse é Luca Gaglianone. Gestiva il bar annesso alla sala scommesse Eurobet di via del Collegio. Gaglianone era stato giá vittima di una estorsione quando nel 2007 gestiva il locale lap dance di via Cascione, sempre a Imperia, che aveva portato in carcere diversi calabresi, di un attentato ai danni della sua auto parcheggiata sotto casa e non ultimo era parte civile al processo contro Andrea De Iaco, l’impresario edile condannato recentemente in tribunale a Imperia per usura e estorsione.
Per il questore Pasquale Zazzaro “Imperia non può essere più considerata un’isola felice. Forse lo era un tempo. Condivido dunque le parole del sindaco Carlo Capacci. Forse parlare di criminalitá organizzata é improprio, ma é pur vero che non si deve abbassare la guardia e che é bene che la gente prenda le dovute distanze da certi ambienti e che gli imperiesi collaborino con la giustizia”.
Proprio il questore sta seguendo passo passo le indagini del vicequestore Giuseppe Lodeserto e stamattina la polizia ha effettuato ancora un sopralluogo nel palazzo dove é ancora tutto sotto sequestro. L’aria in tutto il quartiere é ancora irrespirabile.