A Seborga scoperta una sorgente del 1200, forse utilizzata dai Templari

13 novembre 2015 | 19:22
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A Seborga scoperta una sorgente del 1200, forse utilizzata dai Templari
A Seborga scoperta una sorgente del 1200, forse utilizzata dai Templari
A Seborga scoperta una sorgente del 1200, forse utilizzata dai Templari
A Seborga scoperta una sorgente del 1200, forse utilizzata dai Templari
A Seborga scoperta una sorgente del 1200, forse utilizzata dai Templari
A Seborga scoperta una sorgente del 1200, forse utilizzata dai Templari

E’ raggiungibile dopo aver attraversato una galleria di circa venticinque metri

Seborga. Importante scoperta in un terreno privato a Seborga. Qui è stata individuata una sorgente, con ogni probabilità risalente al 1200, che poteva essere stata usata dai Templari come fonte battesimale per l’investitura dei nuovi cavalieri.

Come aveva raccontato Flavio Gorni, proprietario del terreno, nonché vicesindaco di Seborga, la grotta era stata scavata per raggiungere una sorgente. L’acqua era di certo indispensabile ai monaci-agricoltori dell’epoca per coltivare i loro campi. Per ora, però, non si hanno certezze sull’utilizzo della fonte: nulla vieta di immaginare che siano stati altri i motivi della sua esistenza.

Nel paese, alle spalle di Bordighera, sono numerose le testimonianze del passaggio del Templari diretti in Terrasanta. “Per coprire la sorgente è stata realizzata una grotta, a edificarla sarebbero stati i monaci benedettini di Lerins”, spiega il comproprietario del terreno, Flavio Gorni. La sorgente è stata trovata nell’Agriturismo Monaci Templari di Emanuela Rebaudengo, moglie di Gorni.

“La grotta poteva essere anche luogo di preghiera – afferma Gorni – e ritiro spirituale. Per Seborga ha un valore storico unico”La grotta, caratterizzata da numerose stallatiti, è raggiungibile dopo aver attraversato una galleria di circa venticinque metri. In fondo, ai due lati, sembra che qualcuno abbia voluto ricavare come una fila di posti a sedere, con al centro l’acqua.

La sorgente sarebbe stata utilizzata per l’irrigazione dei terrazzamenti, ma per la sua particolarità con le volte senza cemento e le sedie di pietra accanto alla sorgente con le stalattiti, ricorda una “fonte battesimale”.

In quello stesso terreno è stata trovata una pianta di olivo di varietà taggiasca plurisecolare e, oggi i proprietari vorrebbero dimostrare che proprio quel gigantesco esemplare di ulivo è la testimonianza di un primato: non sarebbe Taggia, dunque, la località che, per prima, ha iniziato a produrre l’olio taggiasco, ma Seborga.