Ventimiglia: la delusione di Perrone, residente del condominio in stazione

1 ottobre 2015 | 10:18
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Ventimiglia: la delusione di Perrone, residente del condominio in stazione

Ha partecipato alla riunione nella chiesa di San Nicola ma, denuncia: “Quando mi sono alzato per prendere la parola sono stato semplicemente ignorato”

Ventimiglia. Dopo lo sgombero del presidio no borders in frontiera, Silvio Perrone, che risiede all’interno del campo di accoglienza profughi installato in piazza C. Battisti, torna a far sentire la propria voce attraverso il nostro giornale online.

“La brillante operazione di sgombero dei migranti e dei no borders dal confine di ponte San Ludovico, facilitata dalla mediazione di Sua Eccellenza Monsignor Antonio Suetta, si è conclusa con l’ingresso di un altro centinaio di profughi nel Campo di Accoglienza Straordinaria installato a ridosso e dentro il mio condominio in piazza C. Battisti”, dice.
“Tutto a posto, evidentemente noi condomini siamo stati ormai valutati come “vittime collaterali” nella battaglia per la sistemazione dei profughi”.

“Perciò sono andato all’assemblea pubblica voluta dal Vescovo per un confronto con la cittadinanza sul problema dei migranti con la speranza di poter esprimere il mio punto di vista come diretto interessato all’accoglienza. Purtroppo quello che era stato annunciato come un libero dibattito si è rivelato come una auto-celebrazione della magnificenza dei principi morali dei no borders, che hanno monopolizzato il dibattito”.

“Quando mi sono alzato per prendere la parola sono stato semplicemente ignorato”, denuncia Perrone, “Avrei voluto dire solo questo: la mia libertà si deve fermare dove inizia la libertà dell’altro. Questo elementare principio di convivenza civile non sembra molto praticato dai no borders quando impediscono con blocchi stradali che i pendolari possano andare al lavoro e quando, con la loro invadenza, mettono in ginocchio l’economia turistica di una delle più belle zone di Ventimiglia”.

“Ritengo che il primo atto di carità e di solidarietà di noi cristiani nei confronti dei migranti debba essere quello di indicare loro, specialmente con l’esempio, quali sono le regole di convivenza civile del nuovo contesto sociale in cui ora si trovano e quanto sia necessario il rispetto delle leggi”, ha concluso Perrone, “E non istigarli alla ribellione: altrimenti continuiamo a preferire la libertà di Barababba a quella di Gesù”.