Tutta la città ne parla: un giro nei luoghi simbolo dell’inchiesta sui dipendenti assenteisti

27 ottobre 2015 | 07:12
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Tutta la città ne parla: un giro nei luoghi simbolo dell’inchiesta sui dipendenti assenteisti
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Le interviste ai cittadini di Sanremo

Sanremo. La città a neanche una settimana dal blitz delle fiamme gialle per i “furbetti del cartellino” è ancora sotto choc. Abbiamo fatto un giro in alcuni posti chiave dell’inchiesta e l’aria che si respira è davvero pesante e i dipendenti comunali hanno poca voglia di parlare davanti alle telecamere con i giornalisti.

“Abbiate pazienza – afferma un dipendente dell’anagrafe ai giornalisti presenti -, queste sono persone normali (riferito ai dipendenti al lavoro) che si fanno in quattro anche per riuscire a fare il lavoro delle persone che non ci sono.”

E un cittadino in fila risponde: “Non è colpa nostra se le cose funzionano così, io non c’ero qui, non ero dipendente del comune, non ero assessore, non ero niente, ero un signor nessuno. Sono problemi di chi ha responsabilità politica, di licenziare.”

Dopo l’anagrafe si è scesi giù al mercato annonario, luogo deputato allo shopping di buona parte dei dipendenti assenteisti e tra i banchi del mercato l’argomento “furbetti del cartellino” è l’assoluto protagonista delle varie conversazioni. Una commerciante del mercato ha detto: “Non so se facevano la spesa durante l’orario di lavoro, questo non lo so. Io se vado a farmi un giro non vendo ma non posso – prosegue – dare giudizi se non so esattamente le cose, si fa preso a mandare qualcuno in galera prima di avergli fatto il processo.”

Dopo il mercato è il turno della Canottieri Sanremo: lì uno degli arrestati invece di lavorare andava bellamente in canoa e se ne vantava pure su Facebook. Un socio del circolo ha così commentato la vicenda: “Queste cose non le so, la sede è aperta quasi sempre dal mattino alle 7 fino alla sera alle 8. Siamo tutti amici o conoscenti ma gli orari di lavoro delle persone non li so.”

Sul caso specifico: “Fotografie ce ne sono tante, di noi tutti che facciamo sport. Io non so neanche che lavoro facesse, qui è una sede sportiva, ci conosciamo di vista ma non so il lavoro che fa. Certo – continua il socio della Canottieri Sanremo – che quando senti il nome di un compagno ci rimani male, sono cose che non dovrebbero succedere.”