Trasferte negate ai tifosi dell’Imperia, Presidente Gramondo: “deve pagare chi sbaglia non i calciatori e la società”

La rabbia cresce dopo l’ultima partita disputata il 4 ottobre, contro il Finale, dove è stata vietata la vendita dei biglietti.
Imperia. Niente trasferta per i tifosi ma anche per tutti coloro che seguono l’Imperia Calcio come passione.
La società calcistica non ci sta e si ribella.
“Deve essere fermato solo chi ha il Daspo. Genitori, mogli e fidanzate dei calciatori devono avere la possibilità di seguirli in trasferta”.
Questo è quello che viene chiesto a gran voce dal presidente del sodalizio nerazzurro, Fabrizio Gramondo.
La rabbia cresce dopo l’ultima partita disputata il 4 ottobre, contro il Finale, dove è stata vietata la vendita dei biglietti.
Nessun provvedimento invece era stato preso nei confronti dei tifosi della Sanremese, squadra che per la quarta giornata del campionato di eccellenza, era impegnata a Genova Molassana contro l’Angelo Baiardo.
“E’ giusto punire chi ha sbagliato ma non crediamo che sia altrettanto giusto vietare le trasferte a chi segue la squadra con passione anche perché, per la maggior parte, si tratta di parenti e amici dei calciatori”– dichiarano dalla società nerazzurra.
Il provvedimento è scattato dopo gli scontri avvenuti tra gli ultras dell’Unione Sanremo e Imperia durante il derby di Coppa Italia.
Ai trentasei ultras della «Brigade Sud» del Nizza, arrivati a Sanremo per sostenere l’Imperia, era stata contestata la resistenza e violenza a pubblico ufficiale, con l’aggravante di aver agito in un gruppo formato da più di dieci persone, e di essersi rifiutati di fornire le proprie generalità.
Sei di loro sono anche accusati di lesioni personali. Ora la società paga lo scotto degli atteggiamenti assunti dagli Ultras e a risentirne sono anche i calciatori.