Stage con Yamanouchi, allievi incantati

11 ottobre 2015 | 13:47
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Stage con Yamanouchi, allievi incantati

Alla fine del laboratorio, gli allievi sono usciti con fatica dalla dimensione profonda in cui il Maestro giapponese li aveva calati

Taggia. Il Maestro giapponese Hal Yamanouchi, coreografo e regista, settantenne flessuoso come un ventenne, ha letteralmente incantato gli allievi dello stage di recitazione del Teatro del Banchéro, svoltosi nei giorni scorsi. Yamanouchi ha raccontato nei tratti e nei movimenti tutta la sua esperienza di vita, dagli anni in Giappone dov’è nato e si è laureato per poi venire a studiare in Italia, poi una parentesi londinese prima di tornare nel Bel Paese, centro di gravità dal quale han preso il via i suoi impegni internazionali.

Nello stage “Il corpo racconta le storie” tenuto con Gabriele Parrillo, attore e regista, suo amico da trent’anni ed ex allievo alla Silvio d’Amico di Roma, è emerso in pieno il suo approccio all’arte della scena, che sia danza o teatro, una contaminazione eccezionale di culture. “Per noi – ha commentato il Presidente del Banchéro Marco Barberis – un’incredibile occasione per avere una nuova visione di come fare teatro. Il Maestro è appena tornato dal Giappone, ed è volato da noi reduce da due giorni di riprese a Roma per una fiction, Squadra Mobile”.

Ha suscitato profondo rispetto questo signore orientale, danzatore, coreografo, attore, doppiatore e regista. Il suo viso e la sua voce sono noti perché Yamanouchi ha lavorato ovunque, da Hollywood, l’ultimo film è stato Wolverine l’Immortale, alle pellicole anni settanta con Celentano. Questa estate ha dovuto rinunciare a partecipare alle riprese dell’ultimo 007 per impegni con la Royal Albert Hall a Londra.

Nel corso dello stage il Maestro Yamanouchi ha spiegato il suo approccio: “A mio parere, per compensare la tendenza di divagare eccessivamente con giocosità e con bellezza, gli attori devono spendere notevole quantità di tempo per riflettere, esaminare, analizzare, discutere ed indagare. Nel mio workshop incoraggio attori, della scena e della vita, a giocare e godersi con serietà e coraggio, ma contemporaneamente li sollecito a pensare, a studiare sul tema “Che cosa è la vera salute psico-fisica per gli essere umani? Qual è la nostra vera identità: personaggi? persona? la consapevolezza osservatrice? Come possiamo trascendere i drammi, le emozioni, i desideri e l’ego? Come la nostra mente riesce a modificare il nostro corpo, e come il nostro corpo determina la struttura con la quale noi comprendiamo il mondo?”.

Alla fine del laboratorio, gli allievi sono usciti con fatica dalla dimensione profonda in cui il Maestro giapponese li aveva calati, con parole cariche di emozione, qualche lacrima e un grande abbraccio finale.