Sanremo Attiva sui “furbetti del cartellino”: “spezzato il patto con i concittadini”

23 ottobre 2015 | 17:20
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Sanremo Attiva sui “furbetti del cartellino”: “spezzato il patto con i concittadini”

Scrive il consigliere comunale Francesca Antonelli di Sanremo Attiva: “Abbiamo avuto bisogno di 24 ore per metabolizzare quanto avvenuto ieri a Sanremo e soprattutto per cercare di raccogliere e sintetizzare il pensiero del nostro movimento civico in merito alla vicenda giudiziaria che vede coinvolti, a diverso titolo, 196 dipendenti del Comune.

Come tutti i nostri concittadini desideriamo manifestare il nostro ringraziamento alla Guardia di Finanza ed alla Procura della Repubblica per l’intenso lavoro di indagine svolto.

Abbiamo sempre creduto nel principio di legalità come elemento fondante del nostro movimento.
Viviamo in uno Stato di diritto ed il patto fra noi cittadini e con lo Stato stesso è sancito dalla nostra Costituzione. Per rispettare tale patto comunque e sempre, anche in situazioni difficili come quella di ieri e anche se non ci è facile farlo, ribadiamo il principio della presunzione di non colpevolezza stabilito dall’articolo 27 della Costituzione Italiana: sarà la Magistratura a decidere le conseguenze penali per ciascuna persona coinvolta nell’inchiesta, non spetta a noi cittadini fare giustizia.

Esiste però un altro Giudizio che, invece, come cittadini abbiamo il diritto ed il dovere di emettere: è un Giudizio Etico, che prescinde da eventuali sanzioni penali.

In una società dove ormai scrivere o pronunciare la parola “Etica” sembra essere diventata un’azione da marziani, noi vogliamo gridarla forte e chiaro: le persone coinvolte nell’indagine, da chi ha tenuto i comportamenti peggiori a chi ha commesso solo un “peccato veniale”, hanno violato in maniera non giustificabile e non tollerabile l’Etica; nel guardare le immagini diffuse dalla Guardia di Finanza emerge senza ombra di dubbio che è stato spezzato il patto con i loro concittadini. E tale frattura è insanabile e ancora più terribile perché attuata da lavoratori pagati con soldi pubblici, lavoratori che hanno danneggiato altri lavoratori: coloro che silenziosamente hanno fatto il proprio dovere e rispettato le regole. Che hanno danneggiato tutti i loro concittadini.

I fatti avvenuti ieri ci sgomentano, perché evidenziano purtroppo un modo di agire e di sentire diventato ormai talmente diffuso e talmente abituale nella nostra società da essere percepito come una consuetudine, come un comportamento normale dalla stragrande maggioranza delle persone. Ma se riflettiamo a fondo potremmo poi accorgersi che forse, per il bene di tutti, sarebbe opportuna una normalità “diversa”, condivisa a tutti i livelli e da tutti i cittadini, dal dirigente che non ha controllato i suoi subordinati, al politico che non avuto il coraggio di riprendere il dirigente nel timore di perdere consenso elettorale, a qualche amministratore passato e presente, che ha permesso o ancor peggio favorito un sistema clientelare, fino ad arrivare al semplice cittadino che non ha mai preso posizione contro questo sistema nel timore di avere ripercussioni negative per propri interessi o, ancor peggio, perché grazie a questo sistema ne traeva dei vantaggi.

E’ arrivato finalmente il momento di rompere questo sistema nell’interesse di tutti”.