La cronaca del consiglio regionale

CONSIGLIO REGIONALE POMERIGGIO-1°PARTE
Variante al Ptc ligure e al Ptcp
Con 24 voti a favore e 6 contrari (Movimento 5 Stelle) sono state approvate le varianti al Piano territoriale di coordinamento dell’area Centrale ligure (PTC-ACL) e al Piano territoriale di coordinamento paesistico (PTCP) necessarie per la conclusine dell’iter del Piano urbanistico del Comune di Genova (PUC). Le varianti al vigente PTC-ACL consistono nello stralcio di porzioni delle aree che vengono passate alla competenza urbanistica del Comune di Genova: Fondega Sud; Litorale di Multedo; Cantieri navali settore 2 parte della ferrovia a monte dell’area Fincantieri; Parco scientifico tecnologico di Erzelli; Depositi petroliferi di Campi corrispondenti al dismesso deposito ex Colisa e nel conseguente aggiornamento della disciplina e della cartografia di alcuni settori delle relative Aree di Intervento. L’accoglimento della richiesta di variante al PTC-ACL fa dunque sì che restino compresi nel piano regionale sole le aree di maggior rilievo e che siano invece affidate alla pianificazione urbanistica del Comune le aree le cui previsioni sono adeguatamente disciplinate dal PUC.
Per quanto riguarda le richieste di modifica del PTCP vengono accolte le varianti concernenti Crevari, San Biagio e Scarpino.
Fa un ulteriore passo aventi il complesso iter avviato con la deliberazione del Consiglio Comunale di Genova n. 92 del 7/12/2011 con la quale il Comune aveva adottato il Progetto Preliminare del Piano Urbanistico Comunale, e trasmessi i relativi atti alla Regione ed all’Amministrazione Provinciale. La Regione Liguria aveva espresso parere favorevole subordinatamente in sede di elaborazione del progetto definitivo all’osservanza di alcune condizioni indispensabili per ottenere il nulla osta regionale sulle varianti al Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico e l’approvazione delle varianti al Piano Territoriale di Coordinamento per gli Insediamenti Produttivi dell’ Area Centrale Ligure.
Giovanni Lunardon (Pd) ha rimarcato che con il voto di oggi si avvicina il momento conclusivo del Puc di Genova. «Con l’atto di oggi ci avviamo all’ultimo miglio che porterà a chiudere la Conferenza dei servizi. – ha detto – con l’atto di oggi il Comune di Genova si riappropria del governo di porzioni importanti del proprio territorio. Non si fanno stravolgimenti»
L’assessore all’urbanistica Marco Scajola ha innanzitutto chiarito che oggi non è in approvazione il Puc del Comune di Genova, ma si provvede unicamente ad approvare modifiche al vigente piano territoriale di coordinamento dell’Area Centrale Ligure ed al vigente Piano Paesistico regionale che lo stesso Comune ha richiesto avendo previsto nel PUC utilizzi del territorio compatibili con la disciplina degli stessi Piani territoriali regionali. L’atto regionale che consentirà al Comune di Genova di poter concludere il procedimento di Conferenza dei servizi per l’approvazione del Puc è riservato alla competenza della giunta regionale che lo potrà assumere a seguito della deliberazione del Consiglio regionale. La giunta assumerà la delibera nella seduta del 2 novembre, in vista della Conferenza dei Servizi che il Comune di Genova ha convocato per il 4 novembre. L’assessore ha puntualizzato che quella di oggi è una pratica esclusivamente tecnica, in virtù «della quale si risponde positivamente alle richieste del Comune di Genova». Ha sottolineato la valenza dell’atto e l’intenzione di riservare uguale attenzione alle richieste che verranno avanzate da altri Comuni liguri. Scajola ha brevemente ricordato le aree che passano dal PTC alla competenza urbanistica del Comune di Genova e quelle che, invece, restano all’interno del PTC stesso.
Contrario alla variante il gruppo Movimento 5 Stelle che, per bocca del caporguppo Alice Salvatore ha detto: «Ci sembra insensato voler dare competenza diretta al Comune di Genova su alcune aree, vista la sua gestione scriteriata del territorio. Sarebbe diverso se si trattasse di un’amministrazione che opera in maniera differente: in quel caso ci sarebbe una velocizzazione dei tempi»
Programma regionale di Sviluppo Rurale per il periodo 2014-2020. Presa d’atto
All’unanimità l’Assemblea ha preso atto della stesura definitiva del Programma regionale di Sviluppo Rurale per il periodo 2014-2020 in attuazione del regolamento UE 1305/2013
Il testo del Programma regionale di Sviluppo Rurale per il periodo 2014-2020 verrà pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Liguria e nei siti www.regione.liguria.it e www.agriligurianet.it.
Giovanni Barbagallo (Pd) ha rimarcato che ci sono notevoli ritardi nell’iter del Piano, non imputabili alla Regione o alle sue strutture, ma alla Comunità Europea. A suo dire, forse per ragioni di “cassa” e, comunque, legate a motivazioni economiche e finanziarie. Ha quindi evidenziato il fatto che le imprese agricole sono in attesa del piano e dei finanziamenti che libererà.
L’assessore all’agricoltura, Stefano Mai ha concordato sul fatto che ci siano stati ritardi da parte dell’Europa, ma ha anche sottolineato che ora la polemica è inutile, tanto più che mancano ancora alcuni passaggi da parte della Comunità europea per il via libera definitivo dell Piano stesso e, quindi, il successivo avvio dei bandi. Ha rimarcato che a questo Piano se ne aggiungerà uno nazionale e, quindi, le risorse in campo sono notevoli. Ritornando al Piano di sviluppo rurale, l’assessore ha ribadito: «E’ necessario far partire i primi bandi entro la fine dell’anno». Ha sottolineato che i primi incontri per illustrare i diversi filoni, saranno riservati alle imprese agricole, poi ai Comuni e ai Gal.
Andrea Costa (Gruppo misto-Ncd Area popolare) ha rimarcato la grande attesa del territorio, in particolare dell’entroterra, nei confronti del Piano.Gianni Pastorino (Rete a sinistra) ha detto che, ritardi accumulati finora a parte, si vigilerà su quanto avverrà nei prossimi mesi «Misureremo la capacità gestionale da qui in avanti».
Alessandro Puggioni (Lega Nord Liguria-Salvini) ha annunciato il voto favorevole, rimarcando il lavoro svolto da Mai. Anche Alessandro Piana (Lega Nord Liguria-Salvini) si è espresso favorevolmente e ha rilevato l’impegno dell’assessore Mai
Andrea Melis (Movimento 5 Stelle) ha annunciato il voto favorevole ed ha aggiunto che, insieme Agli altri componenti del gruppo, vigilerà con attenzione su come verranno erogati ed impiegati i fondi messi a disposizione dal Piano di sviluppo rurale.
Comitato Consultivo per la solidarietà internazionale e la cooperazione allo sviluppo. Eletti i componenti.
Nel Comitato consultivo per la solidarietà internazionale e la cooperazione allo sviluppo previsto dalla legge regionale 20 agosto 1998, n. 28 (Interventi per la cooperazione allo sviluppo, la solidarietà internazionale e la pace) sono risultati eletti con voto a scrutinio segreto: Andrea Costa (gruppo misto-Ncd) e Gianni Pastorino (Rete a sinistra). E, in qualità di supplent, Franco Senarega (Lega Nord Liguria-Salvini) e Gabriele Pisani (Mov.5Stelle)
CONSIGLIO REGIONALE POMERIGGIO 2° PARTE
Tavolo della Legalità della Liguria. Eletti alla terza votazione i rappresentanti regionali
I consiglieri regionali Stefania Pucciarelli (Lega Nord Liguria- Salvini) con 17 voti, Andrea Costa (gruppo misto-Ncd) con 13 voti e Alice Salvatore (Mov.5Stelle) con 12 voti sono stati designati membri del Tavolo della Legalità per la Liguria previsto dalla legge regionale 5 marzo 2012, n. 7 (Iniziative regionali per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità) ed in particolare l’articolo 15, comma 1 che prevede l’istituzione del “Tavolo” con funzione di condivisione e confronto fra esponenti della società ligure sui temi del contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa, della sua prevenzione e della promozione della cultura della legalità. Il tavolo è composto, tra gli altri, anche da tre Consiglieri regionali, di cui almeno uno in rappresentanza della minoranza consiliare.
L’elezione è avvenuta, sempre a scrutinio segreto come prevede il regolamento, solo dopo la terza votazione
Nella prima votazione Francesco Battistini (Mov.5Stelle) aveva proposto il capogruppo Alice Salvatore, Raffaella Paita (Pd) aveva proposto il collega di gruppo Luca Garibaldi e Alessandro Piana (Lega Nord Liguria-Salvini) la collega di gruppo Stefania Pucciarelli.
Sull’esito del primo voto, che aveva visto eletti rispettivamente Costa, Pucciarelli e Salvatore, Raffaella Paita (Pd) ha chiesto una verifica delle schede rilevando che ci sarebbe stato un accordofra il gruppo Mov.5Stelle e una parte della Lega Nord, che avrebbe voluto condizionare così il voto della minoranza.
Alice Salvatore (Mov5Stelle) ha replicato dichiarando di avere votato il consigliere Pucciarelli con convinzione perché la riteneva degna di svolgere quel ruolo.
Gianni Pastorino (Rete a sinistra) ha manifestato forti perplessità su questo allagamento della maggioranza e ha richiamato ad una maggiore correttezza e trasparenza nelle votazioni.
Luca Garibaldi (Pd) si è associato alla richiesta del capogruppo Pd Paita
Sergio Rossetti (Pd) ha posto la questione come problema politico rilevando che le tre persone sono state elette grazie ai voti della maggioranza e ha chiesto una verifica sulla correttezza della compilazione delle schede.
Il presidente del Consiglio Francesco Bruzzone ha dato lettura della norma che prevede l’elezione di tre consiglieri come rappresentanti della Regione al tavolo della Legalità, di cui almeno uno della minoranza, e ha accolto la richiesta di sospensione per la verifica dei voti.
Alla ripresa della seduta il presidente ha annunciato che nel corso di una riunione dell’Ufficio di presidenza è stato accertato che l’interpretazione fatta dal collegio degli scrutatori è stata corretta e ha interpretato la volontà di chi ha votato ma, poiché due schede erano state compilate in modo anomalo, ha deciso di procedere cin una seconda votazione.
Dopo il secondo scrutinio, essendosi verificate situazioni di parità fra gli ultimi due candidati (Salvatore e Garibaldi hanno ottenuto entrambi 9 voti), è stata necessaria la terza votazione.
Più trasparenza e tracciabilità nella filiera dei rifiuti
Il Consiglio regionale ha approvato con 21 voti favorevoli e 6 astenuti (Pd) una mozione presentata da Francesco Battistini (Mov5Stelle) e sottoscritto dagli altri componenti del gruppo Andrea Melis, Fabio Tosi, Marco De Ferrari, Gabriele Pisani e Alice Salvatore affinché venga inserita, nei contratti tra le aziende gestrici della raccolta e smaltimento dei rifiuti ed i Comuni liguri, una clausola che preveda la totale trasparenza e tracciabilità della filiera dei rifiuti in modo che il Comune e a ricaduta il cittadino, possa conoscere, con precisione, qual è la destinazione dei rifiuti prodotti. Nel documento si chiede, inoltre, che vengano modificate le tabelle, consultabili via web, in modo che non si leggano più solo le percentuali e/o il peso del materiale raccolto in differenziazione ma che si evinca, materiale per materiale: Provincia, Comune, Quantità, Ditta Gestrice della Raccolta dei Rifiuti, Destinazione, Luogo del Trattamento, Luogo dello Stoccaggio, Resa Economica media annua a Tonnellata, Resa Totale Effettiva a fine anno. Rispetto alla destinazione del rifiuti, nella mozione il consigliere ha chiesto «che sia chiara la destinazione, lo stoccaggio in discarica, la produzione CSS o CDR, la vendita a consorzio riciclaggio, vendita per termovalorizzazione e, infine, che venga predisposta una tabella riassuntiva che permetta di avere tutta la filiera sotto controllo».
L’assessore all’ambiente Giacomo Giampedrone ha detto di condividere lo spirito della mozione, ha chiesto un emendamento che è stato accolto.
Piano Regolatore Portuale – Area Porto di Pra’/Voltri (Voltri Terminal Europa)
Il Consiglio regionale ha rinviato all’approfondimento della commissione una mozione presentata da Francesco Battistini (Mov5Stelle) e sottoscritto dagli altri componenti del gruppo Andrea Melis, Fabio Tosi, Marco De Ferrari, Gabriele Pisani e Alice Salvatore affinché, rispetto al Piano regolatore portuale presentato il 27 febbraio scorso, la giunta «prenda posizione contraria rispetto agli inutili riempimenti a mare e alla modifica della diga previsti dallo scenario del nuovo Piano e di prendere, invece, posizione favorevole per tutte quelle opere che possano restituire un oggettivo miglioramento per il territorio e per la cittadinanza , come, ad esempio, il nuovo canale di calma previsto». Nel documento si chiede, inoltre, che queste decisioni “vengano prese seguendo un processo partecipativo virtuoso, prendendo esempio già dalla Legge regionale 65 del 2015 della Regione Toscana, dove la partecipazione all’interno del processo di costruzione di qualsiasi piano operativo occupa un posto di primo piano, diventando inoltre una parte fondante della Valutazione Ambientale Strategica (VAS)”.
A proporre il rinvio della mozione in Commissione è stato Giovanni Pastorino (Rete a sinistra) «Vista la complessità della questione e l’opportunità di ascoltare in quella sede i soggetti interessati».
Giovanni Lunardon (Pd) si è associato alla proposta Pastorino.
L’Assessore allo Sviluppo economico e Imprenditoria Edoardo Rixi associandosi alla richiesta di rinviare in Commissione il documento ha detto che il problema storico di Genova è far convivere gli abitanti con la necessità di sviluppare i traffici marittimi. «L’espansione del porto di Genova è stata fatta senza tenere conto delle esigenze dei cittadini. Per questo è importante che dalla commissione esca un documento unitario che prefiguri la compatibilità fra ambiente e capacità di generare traffici. Il nuovo piano regolatore portuale è sotto esame Vas, quello vigente è vecchissimo e le procedure di modifica sono molto lunghe. Occorre rendere più facili gli adeguamenti in corso d’opera dei piani regolatori». Anche Alice Salvatore (Movimento 5 Stelle) si è detta d’accordo con un rinvio in commissione.
Opposizione al Trattato transatlantico di libero scambio USA-UE
Il Consiglio regionale ha rinviato in Commissione per approfondimenti una mozione presentata da Fabio Tosi (Mov5Stelle) e sottoscritto dagli altri componenti del gruppo Andrea Melis, Marco De Ferrari, Gabriele Pisani, Francesco Battistini e Alice Salvatore affinché la Regione esprima il proprio dissenso nei confronti del Trattato transatlantico di libero scambio USA- UE (T-TIP), che si sta negoziando tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti e di promuovere attraverso la Conferenza Stato-Regioni, il Parlamento, il Governo, l’Europarlamento e la Commissione Europea l’uscita immediata del nostro Paese dai negoziati o di ottenere il respingimento del Trattato da parte dell’intero Parlamento Europeo. Non solo, secondo i firmatari della mozione la Regione deve promuovere, presso i cittadini stanziati sull’intero territorio regionale, azioni di informazione e sensibilizzazione sul contenuto, le finalità e le conseguenze applicative del T-TIP. “L’obiettivo prioritario del Trattato sarebbe l’eliminazione di tutte le barriere “non tariffarie” per il libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, rappresentate dalle normative UE che impongono vincoli e cautele agli investimenti altamente speculativi”. «Se l’estensione del mercato europeo attraverso il Trattato avrà ripercussioni positive per occupazione e investimenti – ha detto il consigliere – analisti hanno segnalato un possibile indebolimento delle norme sanitarie, ambientali e sociali europee e, quindi, il depauperamento delle cautele in favore dei consumatori e dell’ambiente, in modo peculiare Paesi come l’Italia, in cui la normativa “anti-OGM” è particolarmente stringente, a differenza di quella statunitense, notoriamente tollerante».
La richiesta di approfondimento in commissione è stata avanzata da Alessandro Piana (Lega Nord Salvini) ed è stata accolta da Alice Salvatore (Movimento 5 Stelle). Contrario alla mozione si è dichiarato Sergio Rossetti (PD), favorevole Giovanni Pastorino (Rete a sinistra).
Parcheggi autorizzato per i disabili anche sulle strisce blu in tutti i Comuni liguri
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione presentata da Fabio Tosi (Mov5Stelle) e sottoscritto dagli altri componenti del gruppo Andrea Melis, Marco De Ferrari, Gabriele Pisani, Francesco Battistini e Alice Salvatore affinché si intervenga “presso le ditte che hanno in appalto i servizi dei parcheggi a pagamento in modo che i disabili che parcheggiano le auto nei parcheggi a pagamento non vengano sanzionati”. Nel documento si chiede, inoltre, che, “attraverso una direttiva sui Comuni liguri sia garantito a tutti i disabili il parcheggio all’interno delle strisce blu e che, “attraverso la Conferenza Stato-Regioni, su questo problema si attivi il Ministero dei Trasporti”. Il consigliere ha ricordato che recentemente a Rapallo un disabile è stato multato per avere parcheggiato sulle strisce blu. «Attualmente, però, – spiega il consigliere – non esiste nessuna norma che preveda la gratuità dei veicoli al servizio della persona disabile titolare del CUDE a posteggiare gratuitamente su aree a pagamento, ma solo sui posteggi disabili generici, sulle zona a disco nelle zone ZTL, ZSL, nei centri storici». Nel testo si rileva che “circa l’80% dei Comuni italiani, come buona prassi, permettono ancora la gratuità ai veicoli al servizio di persone disabili titolari del CUDE nelle aree a pagamento (Aree Blu e Isole azzurre comprese)e che da un censimento del 2013, è emerso che in Liguria ci sono 18 comuni (su 235) che fanno pagare questi posteggi e nella provincia di Genova, questo accade a Lavagna, Chiavari e Rapallo e a Genova, solo in Piazza della Vittoria.
Parere favorevole della giunta è stato espresso da Sonia Viale vicepresidente, assessore alla sanità, politiche sociali e sicurezza
Sergio Rossetti (PD) ha detto di condividere ma ha presentato un emendamento che è stato accettato dai proponenti. Favorevole si è detta anche Stefania Pucciarelli (Lega Nord Liguria-Salvini): «Non è giusto lucrare sulla disabilità», ha detto.
No alla tassa automobilistica su auto e moto d’epoca e storiche.
Il Consiglio regionale ha approvato con 16 voti favorevoli e 13 astenuti (Mov5 stelle e Pd) 1 contrario (Giovanni Pastorino di Rete a sinistra) una mozione presentata da Stefania Pucciarelli (Lega Nord Liguria-Salvini) e sottoscritta anche da Matteo Rosso (Fratelli d’Italia-An) che, seguendo quanto hanno già fatto Lombardia e Veneto, chiede di ripristinare l’esenzione per le auto storiche ultraventennali. Il consigliere ha ricordato che la legge 190 del 2014 ha abrogato l’esenzione dal pagamento del bollo sulle auto storiche a decorrere dal compimento del ventesimo anno di età di un’autovettura dal momento dell’immatricolazione mentre la Risoluzione del Ministero dell’Economia e delle Finanze 4/DF dello scorso 1 aprile ha stabilito la reintroduzione della tassa automobilistica sulle auto con più di 20 anni. Già Regione Lombardia ha mantenuto l’esenzione per le auto storiche: in particolare sono esenti quelle ultraventennali e ultratrentennali i cui proprietari siano in possesso del Certificato di Rilevanza Storica o di equipollenti certificazioni, precedenti al marzo 2010, rilasciate dai club riconosciuti dalla Regione. Sempre in Lombardia per tutti i veicoli iscritti nei “Registri Storici” è prevista l’esenzione da ogni tipo di pagamento indipendentemente dalla loro età. Anche in Veneto – si legge nella mozione – a decorrere dall’anno in cui l’auto compie il ventesimo anno dalla costruzione, si applica l’esenzione dal pagamento della tassa automobilistica ordinaria per veicoli e motoveicoli muniti di apposito certificato di interesse storico – collezionistico, rilasciato da Automobilclub Storico Italiano (ASI). «Tutelare i mezzi d’epoca significa salvaguardare un patrimonio storico – culturale, ma soprattutto – conclude il consigliere – un indotto fatto di meccanici, piccoli riparatori, carrozzieri, distributori di benzina e ricambisti liguri, che stanno già risentendo del drastico calo di lavoro».
Approvata anche con 23 voti favorevoli e 7 astenuti la mozione che ha come primo firmatari Angelo Vaccarezza (Forza Italia), sottoscritta anche da Claudio Muzio (FI) e Andrea Costa (Gruppo Misto-Ncd Area Popolare) con la quale si impegna la giunta ad attivarsi presso il governo affinché si provveda alla modifica della legge di Stabilità 2015 con la quale è stato reintrodotto il pagamento dell’imposta per i veicoli (auto e moto) che hanno fra i 20 ed 29 anni di vita ed immatricolazione. Il documento chiede l’esenzione relativamente al bollo 2015. La Legge di Stabilità ha mantenuto l’esenzione solamente per i veicoli ultratrentennali.
Nella discussione sono intervenuti Sergio Rossetti (PD), Giovanni Pastorino (Rete a sinistra), Angelo Vaccarezza (capogruppo Forza Italia) e Alice Salvatore (Movimento 5 Stelle).
CONSIGLIO REGIONALE POMERIGGIO 3° E ULTIMA PARTE
No alla chiusura degli uffici postali periferici.
Sono state approvate all’unanimità dal Consiglio regionale due mozioni contro la chiusura degli uffici postali
La prima è stata presentata da Alessandro Puggioni (Lega Nord Liguria-Salvini) e la seconda da Juri Michelucci (Pd) ed era sottoscritta anche dagli altri componenti del suo gruppo, Raffaella PaitaSergio Rossetti, Giovanni Barbagallo, Luca Garibaldi, Valter Giuseppe Ferrando, Giovanni Lunardon, Luigi De Vincenzi.
La prima mozione critica il piano di ridimensionamento degli uffici postali che danneggerebbe in particolare le aree scarsamente abitate. Tutto ciò – si chiarisce nel documento – a seguito della trasformazione di Poste italiane in Spa con la conseguente logica di adozione di logiche aziendali privatistiche. In particolare, secondo una nota di Cisl Liguria citata nella mozione, nel Piano industriale di Poste italiane si prevede la chiusura a Genova e provincia degli sportelli di Canepa, Bertigaro, Cavi di Lavagna, Ruta di Camogli, Roccatagliata, San Lorenzo della Costa, Bargone, Giovi, Sant’Ilario e, in centro città, dell’ufficio di via XII Ottobre e quello di via Gramsci; nel territorio savonese gli uffici sarebbe prevista la chiusura degli uffici di Finale Ligure 1, Ellera, Casanova di Varazze e dell’ufficio di Corso Ricci in città; a Imperia-Saremo chiusura in vista per l’ufficio postale di Borghetto San Nicolò e Montemarcello, mentre a La Spezia gli uffici di Scurtabò, San Venerio e Fezzano. Puggioni rimarca che una vasta fetta del territorio ligure verrà penalizzata, con gravi ricadute occupazionali. La mozione impegna quindi la giunta a istituire una cabina di regia tra Poste, Regione, Province e Comuni al fine di individuare una soluzione alternativa al nuovo piano di razionalizzazione di Poste Italiane, in grado di coniugare le esigenze di equilibrio economico con la tutela del cittadino e occupazionale.
La seconda mozione critica la chiusura o la riduzione di orario di numerosi uffici postali sul territorio ligure, prevista dal piano industriale di Poste Italiane. In particolare riduzioni e chiusura riguarderebbero complessivamente 44 uffici liguri. Nel documento si rimarca anche che la Regione Liguria e Poste italiane avevano siglato un protocollo d’intesa a livello regionale in data 23 novembre 2013 in cui si erano identificate 13 aree di collaborazione. Si sottolinea inoltre che Poste italiane, seguendo le indicazioni del MISE, ha annunciato la decisione di rivedere il piano di razionalizzazione attraverso l’apertura di tavoli di confronto nelle singole Regioni per una analisi dettagliata delle istanze rappresentate dai territori. La mozione impegna, quindi, la giunta a formalizzare entro 15 giorni la richiesta di convocazione di ANCI, Poste e MISE per la revisione del piano di razionalizzazione della chiusura o della riduzione dei servizi. Il documento chiede, infine, alla giunta di relazionare al Consiglio sugli sviluppi.
Gianni Pastorino (Rete a sinistra), dopo aver criticato pesantemente la decisione del governo di privatizzare le Poste, ha dichiarato che sia quasi impossibile contrastare la chiusura degli uffici, peraltro voluta da un amministratore a sua volta proposto dal governo e appoggiato dal Pd. Giovanni Barbagallo ha chiarito che in passato si sono ottenuti risultati cercando di limitare o ridimensionare la chiusura, piuttosto che cercando di evitarla di netto e ha sottolineato la necessità di riaprire tavoli di confronto per trattare, in modo da limitare i disagi per i cittadini.
Fabio Tosi (Mov.5Stelle) ha sottolineato l’importanza degli uffici postali che rappresentano un presidio per il territorio, un riferimento per la popolazione, in larga parte costituita da anziani. Tosi ha quindi criticato il Pd che ha presentato la mozione contro la chiusura degli uffici, quando Renzi ha «piazzato i suoi finanziatori in molti consigli di amministrazione di molti organismi come Poste».
Claudio Muzio (Forza Italia) ha ricordato che nel suo Comune, Casarza Ligure, l’ufficio postale di Bargone, chiuso nel 2006 ha riaperto nel 2012. «Bisogna che i Comuni ci mettano in gioco e si attivino fattivamente – ha spiegato – i Comuni, se vogliono ottenere qualcosa devono mettere qualcosa in pentola» .
Juri Michelucci ha puntualizzato che il Pd fa battaglie anche sul territorio ed ha ricordato che in Toscana la battaglia contro la chiusura degli uffici postali ha ottenuto successi. Ha sottolineato che si può trovare una mediazione anche con l’aiuto dei Comuni contando anche sul ruolo di Toti come vicepresidente della Conferenza Stato-Regioni.
Mai, assessore allo sviluppo dell’entroterra ha sottolineato che la riorganizzazione è in uno stato avanzato e, quindi, non ha nascosto le difficoltà che si prospettano. Ha anche ricordato che era stato in passato sottoscritto un accordo tra Regione e Poste che, però, nel 2014 non è stato più rinnovato. «E’ necessario un incontro con Poste italiane» ha detto, assicurando il suo impegno. Ha quindi rimarcato che in questa riorganizzazione delle Poste, volute dal governo, si è parlato di produttività, ma non di sussidiarietà. Ha infine ricordato che il governo ha disatteso una mozione presentata in Senato dal gruppo della Lega che, approvata all’unanimità, chiedeva la sospensione della razionalizzazione degli uffici.
Il presidente della giunta Giovanni Toti ha condiviso le preoccupazione espresse nelle due mozioni e assicurato l’impegno della giunta, ma ha puntualizzato: «Non vorrei che queste mozioni fossero un malizioso strumento per confondere responsabilità o addirittura per addebitare alla giunta regionale responsabilità che non gli competono». Il presidente ha rilevato, infatti, che la quotazione in borsa di Poste, che entra quindi nel mondo della economicità, è stata decisa dal Governo Renzi che è anche segretario nazionale del Pd. «L’indicazione politica del governo – ha aggiunto – è di andare verso criteri di gestione economici delle poste» dove la società dovrà tenere conto degli interessi degli azionisti. «La Liguria, comunque – ha concluso – si spenderà perché la regione non paghi il costo sociale di questa decisione assunta dal governo. Il nostro compito è evitare questo impatto ma pensare che sia la giunta regionale della Liguria a impedire la chiusura di qualche ufficio di montagna non lo accetto. Mettiamo, quindi, tutti insieme le forze e mi auguro che questo possa avvenire al meglio».
Francesco Battistini (Mov. 5Stelle) si è dichiarato favorevole alle mozioni, non ha però nascosto la difficoltà dell’operazione. Favorevole alle mozioni anche Alessandro Piana (Lega Nord Liguria-Salvini). Parere favorevole è stato espresso anche da Raffaella Paita (Pd) che ha condiviso l’intervento di Barbagallo
Sergio Rossetti (Pd) ha specificato che la mozione non chiede alla giunta di evitare la chiusura degli sportelli ma di avviare un percorso per un processo di razionalizzazione che garantisca comunque un servizio adeguato ai cittadini.
No alla “Teoria del gender”
Con 16 voti favorevoli Centrodestra, e 14 contrari (centro sinistra e Mov5 stelle) è stata approvata la mozione che ha come primo firmatario Matteo Rosso (Fdi) e sottoscritta anche da Alessandro Puggioni (Lega Nord Liguria-Salvini), con la quale si impegna la giunta affinché nelle scuole di ogni livello e grado nella Regione Liguria non venga introdotta la “Teoria del gender” e venga rispettato il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario e affinché si educhi a riconoscere il valore della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica e sociale. «In questo modo – si legge nella mozione – gli studenti impareranno anche che la madre e il padre, nella famiglia, ancor più che nel mondo del lavoro o in altri contesti, apportano la loro propria ed insostituibile ricchezza specifica». Nel documento si chiede, inoltre, che nelle scuole «si educhi al rispetto del corpo altrui e al rispetto dei tempi della propria maturazione sessuale ed affettiva. Questo implica che si tenga conto delle specificità neurofisiologiche e psicologiche dei ragazzi e delle ragazze in modo da accompagnarli nella loro crescita in maniera sana e responsabile, prevedendo corsi di educazione all’affettività e alla sessualità concordati con i genitori e non imposti senza nessuna informazione al riguardo e senza consenso esplicito e consapevole».
Sullo stesso argomento è stata approvata anche una seconda mozione con 16 voti favorevoli e 14 contrari, che ha come primo firmatario Angelo Vaccarezza (FI) ed era sottoscritta anche da un altro componente del suo gruppo, Claudio Muzio, con la quale si impegna la giunta affinché nelle scuole di ogni ordine e grado, presenti nella regione Liguria, non siano in alcun modo introdotte la cosiddetta “Teoria del gender” o altre teorie equivalenti, rispettando così quanto stabilito dalla Costituzione, dalla Carta dei Diritti Umani e da tutte le altre norme che riconoscono e tutelano le differenze e le complementarietà tra uomo e donna ed il valore della famiglia come società naturale basata sul matrimonio. Vaccarezza sottolinea che la cosiddetta “teoria del gender”, in estrema sintesi, sostiene che le differenze biologiche tra i sessi, a parte quelle strutturali, non esistono; che ’identità prescinde dal dato biologico, ma è determinata da modelli sociali e culturali; che nella persona, così come nella famiglia, i ruoli sono elastici ed intercambiabili; che la complementarietà secondo natura tra i due sessi è solo un’ideologia: pertanto, l’eterosessualità non costituisce la norma. «Queste posizioni risultano, in tutta evidenza, contrastanti ed inconciliabili – ha concluso – con i dettami della nostra Costituzione e della Carta dei Diritti Umani» .
Matteo Rosso(Fratelli d’Italia-An), illustrando la prima mozione ha detto: «Contenuti importanti diventano pretesti per propagandare il superamento della famiglia naturale. Bisogna combattere queste teorie ascientifiche che, se trasmesse ai giovani, li potrebbero confondere in maniera grave».
Angelo Vaccarezza (capogruppo Forza Italia) nell’illustrare la seconda mozione ha detto: «In questa società dove si fa molta confusione su tutto noi crediamo ancora che crocifisso e tricolore siano i valori per i quali sia giusto vivere e morire. Il Consiglio regionale non è un luogo dove diamo giudizi ma una teoria che nega tutto quello che è naturale non può entrare». Vaccarezza si è augurato che su un tema così importante si possa trovare un consenso unanime e, di fronte alle risposte polemiche provenienti dai banchi del centro sinistra e del Movimento 5Stelle, ha detto che questo sancisce una grande differenza fra i due schieramenti. E ha giudicato l’approvazione della mozione «un grande segnale che la maggioranza si basa su valori diversi da quelli della sinistra».
Alessandro Puggioni (Lega Nord Liguria-Salvini) ha detto di condividere pienamente la mozione: «Sui valori non siamo disposti a fare i modernisti».
Sul fronte opposto Marco De Ferrari (Mov.5 Stelle) ha detto: «Non esiste nessuna proposta in parlamento sulla teoria gender, anzi non esiste alcuna teoria gender. Si tratta di una bufala inventata solo per creare paura».
Luigi Garibaldi (PD) ha accusato il centrodestra di inventare una teoria che non esiste con il solo scopo di dire che non si è d’accordo: «Questa è un’ iniziativa ideologica che va rigettata, una operazione di disinformazione». Secondo Garibaldi occorre, invece, educare al rispetto delle differenze di genere.
Francesco Battistini (Mov5Stelle) ha ribadito: «Queste mozioni si basano su un grosso granchio: nella riforma della scuola di Renzi non c’è alcun riscontro reale alle loro affermazioni. Per fortuna omosessualità ed eterosessualità non si insegnano a scuola».
Giovanni Lunardon (Pd) si è associato alle critiche in quanto «il dispositivo tende a contrastare fantomatiche teorie gender nelle scuole, ma non esiste alcun atto del governo o di un insegnante perché non esiste neppure la teoria». Andrea Costa (Gruppo misto-Ncd) ha detto che la discussione legata ai due documenti rappresenta una preziosa occasione per ribadire il valore della famiglia.
Giovanni Pastorino (Rete a sinistra) si è detto preoccupato che certe visioni del mondo entrino a far parte dei criteri per la scelta dei docenti da parte dei presidi manager.
A nome della giunta l’assessore alla Comunicazione, Formazione, Politiche giovanili e Culturali Ilaria Cavo ha appoggiato con fermezza le due mozioni.
Sergio Rossetti (PD) citando un bollettino della chiesa cattolica, ha spiegato che la questione del gender non può essere ridotta ad ideologia gender. Ha definito quella avviata dal centrodestra una discussione ideologica e ha annunciato che, «da cattolico praticante», avrebbe votato contro ad entrambe le mozioni.
Esodati ordine del giorno approvato all’unanimità
All’unanimità è stato approvato un ordine del giorno sottoscritto da tutti i capigruppo che “impegna la giunta e l’assessorato competente ad attivarsi presso il governo affinché venga ridefinito con un suo collegato o con un nuovo provvedimento di salvaguardia l’art. 33 della legge di Stabilità estendendo anche ai restanti 23 mila esodati la salvaguardia fino a tutto il 2018”. Il documento spiega che l’articolo 23 della legge di stabilità 2016 prevede di concedere la cosiddetta 7° salvaguardia a 26.300 esodati escludendo 23 mila lavoratori esodati penalizzati dalla “riforma Fornero”. Secondo i firmatari, l’intervento normativo dovrebbe tutelare invece “tutti i 49 mila esodati certificati”.