Domani Lectio Dantis sul canto del Paradiso della Divina Commedia

17 ottobre 2015 | 17:05
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Domani Lectio Dantis sul canto del Paradiso della Divina Commedia

I versi danteschi, coniugati insieme alle armonie e agli accordi di questa musica magnificamente scritta, restituiscono un clima solenne continuamente percorso da echi liturgici

Sanremo. Domenica 18 prossimo alle ore 16.00 nella chiesa di San Siro il Coro Musica Nova parteciperà, insieme al Teatro dell’Albero, alla Lectio Dantis che la prof. Lucinda Buia terrà sul XXIV canto del Paradiso della Divina Commedia.

La manifestazione rappresenta uno dei diversi appuntamenti che in questa settimana, in concomitanza con la ricorrenza di San Romolo, sono stati organizzati per festeggiare la “riconsegna” alla cittadinanza di una concattedrale completamente restaurata dopo diversi significativi interventi.

Il XXIV del Paradiso è uno dei canti più marcatamente teologici della terza Cantica poiché appartiene ad un trittico insieme al XXV e al XXVI in cui Dante viene interrogato dagli apostoli sulle tre virtù teologali e sul significato della fede; attraverso questa sorta di esame egli descrive e sostiene la missione di cui si sente responsabile che consiste nel ricevere una sorta di solenne investitura di maestro, di autore del poema sacro e quindi di profeta annunciatore agli altri uomini della verità che ha conosciuto nel mondo dell’eterno.

Il Coro Musica Nova, tramite il linguaggio ricco di registri che la grande musica classica ha usato per proclamare la fede, sostiene e rafforza la voce del Sommo Poeta nella sua missione di narrativa della verità; l’inizio del concerto con il mottetto di Anton Bruckner “Locus iste”, spesso usato in occasione della consacrazione delle chiese, rappresenta l’omaggio ad un luogo ritrovato, la chiesa più cara ai sanremaschi torna ai suoi fedeli in tutto il suo rigoroso splendore. Il concerto prosegue poi con The Lamb di J. Taverner, Laudate Dominum di W.A. Mozart, Credo RV 591 di A. Vivaldi e si conclude con Gloria dalla Messa in Re Maggiore op 86 di A. Dvoràk. Il programma è costruito per creare una sorta di ascesa verso la conoscenza della verità poiché passa dalla delicata esortazione alla preghiera del brano di Mozart, all’affermazione perentoria della propria fede del Credo di Vivaldi, per concludersi con l’esplosione solenne e potente della consapevolezza della gloria di Dio del pezzo di Dvoràk che, per costruzione musicale, rappresenta un climax degno del raggiungimento da parte dell’Alighieri del suo personale stato di grazia.

I versi danteschi, coniugati insieme alle armonie e agli accordi di questa musica magnificamente scritta, restituiscono un clima solenne continuamente percorso da echi liturgici, e suggeriscono motivi di esaltazione e plenitudine, di infinito ed eternità che rappresenta quanto di più bello l’uomo abbia mai scritto per aspirare alla comprensione di ciò che egli intravede al di là della sua personale finitezza.