Disabili a Imperia, una mamma: “Siano rispettati i diritti di vivere in città”

31 ottobre 2015 | 07:10
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Disabili a Imperia, una mamma: “Siano rispettati i diritti di vivere in città”

Mai girare la faccia dall’altra parte, i problemi vanno affrontati per trovare insieme delle soluzioni

Imperia. “Ho bisogno di chiarire una cosa. Con la mia ” lotta” se così la vogliamo chiamare contro la ztl di Borgo Marina non ho la finalità di ” vincere o perdere” dato che secondo me solo il fatto che la stiamo facendo, è segno di perdita di civiltà e umanità per tutti noi. È un punto di partenza per far ricordare alle autorità che ci governano e amministrano la nostra città , che esiste una minoranza, non tanto minoranza, di persone che hanno voglia di vivere come gli altri, che una o più disabilità non devono condizionare un essere umano a rinunciare a ciò che gli altri possono fare”.

Lo dice Michela Aloigi, la mamma di Matteo ragazzo disabile di Imperia, che rivendica i diritti delle persone che hanno difficoltá a muoversi in città.

“È un dovere di tutti noi aiutare e rispettare le persone più deboli. Non accetto che una pavimentazione sia più importante di un essere umano, non accetto che una persona sulla sedia a rotelle non abbia il suo posto a sedere in teatro, che sia privata di poter decidere all ultimo minuto di andare al cinema perché deve per tempo avvisare. Non accetto di dover rinunciare di mangiare una pizza con gli amici per le barriere architettoniche. Su queste cose non ci devono essere compromessi, ci sono dei diritti ormai sanciti che devono essere rispettati”.

Ancora la mamma di Matteo: “Come dice Claudia Botticelli : i genitori si trovano ogni giorno a dover combattere con il diritto allo studio, all integrazione sociale e scolastica, a partecipare alla società fin dall infanzia e fin dalla scuola, luogo di incontro, scambio e crescita per tutti.
Tutto questo in un paese che si dice civile e che continua a celebrare un giorno all anno per le persone con disabilità, per poi dimenticarsene gli altri 364. Se non fosse per la determinazione dei genitori questo paese cosi” civile ” lascerebbe morire di inedia, chi come mio figlio ha problematiche importanti. Loro, i nostri figli, sono costi improduttivi per la politica, spesso anche per la classe medica e per molti dei cittadini che non conoscono la disabilita di un figlio – sottolinea – Questo modo di pensare, non solo è incivile e segno di disumanita, ma è anche diseducativo per le future generazioni che gia presentano particolare agressiva per le persone più fragili.
Forse è il monento di preoccuparci veramente tutti di questi temi che sembrano non doverci toccare mai, ma che in un mondo globalizzato come quello presente, incontreremo tutti inevitabilmente, magari non oggi, non domani ma nel corso della nostra vita certamente si.
Non si dica allora che non sapevamo, non conoscevamo , non immaginavamo, perché quello che oggi succede agli alunni con disabilità , agli anziani indifesi, domani potrà accadere a tutti noi perché avremo girato il viso dall altra parte”, conclude.