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Controlli e mazzette nei cantieri di Imperia, chiesta una condanna e due assoluzioni

13 ottobre 2015 | 12:01
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Controlli e mazzette nei cantieri di Imperia, chiesta una condanna e due assoluzioni

impresari intercettati con una cimice della guardia di finanza

Imperia. Tangenti in cambio di controlli nei cantieri edili e una ricetrasmittente per incastrare uno degli imputati. In tribunale a Imperia si é discusso un caso di mazzette elargite da impresari ad un ex componente della commissione paritetica per l’edilizia, Deplano che questa mattina si é avvalso della facoltá di non rispondere.

Sono imputati Ester Sessa, Walter Muca e Gianni Silvano, professionisti e imprenditori edili accusati di corruzione per una vicenda che risale al 2013 e che ruotava attorno a Daniele Deplano, l’ex componente della Commissione paritetica per l’edilizia ed ex assessore di Badalucco, accusato di aver preteso tangenti per 20 mila euro in cambio di controlli più “blandi” nei cantieri.

Nella sua requisitoria il pm Alessandro Bogliolo ha ripercorso tutta la vicenda e chiarito la condotta di Deplano. “Lui era un ispettore e quindi un pubblico ufficiale”, ha sottolineato il pm ricordando anche dei soldi consegnati a Deplano e delle pressanti richieste avanzate agli impresari. Il pm ha chiesto quindi una condanna a 4 mesi di reclusione per Walter Muca e l’assoluzione per Ester Sessa e Gianni Silvano. La difesa di Muca con l’avvocato Bellini ha cercato di smontare la tesi del pm chiedendo l’assoluzione.

Per le repliche il processo é stato aggiornato al 3 novembre.
Questa mattina si sono concluse le testimonianze di coloro che sono stati chiamati in causa dal pm e dalla difesa.

Nicola Berio, teste in aula, in qualitá di impresario edile ha confermato che Deplano aveva chiesto del denaro. “Lavoravo in un cantiere alla Marina. Deplano mi aveva chiesto 4-6 mila euro per poter sistemare alcuni suoi problemi economici. Rifiutai e lui nei giorni seguenti mi tempestò di messaggi e telefonate. Era Deplano che mi assillava chiedendomi soldi. In precedenza a questo incontro non era mai accaduto nulla del genere. Ma poi si presentò con i bollettari per effettuare controlli mirati nel cantiere. Un comportamento anomalo rispetto alle precedenti occasioni”.

Nicola Berio ha anche raccontato, su richiesta dell’avvocato Bellini, di aver avuto un colloquio con Walter Muca portando con sé una ricetrasmittente per poter “intercettare” la conversazione su richiesta della guardia di finanza.”Ci siamo incontrati al bar di fronte al tribunale e mi confermò di aver prestato del denaro a Deplano”.

In aula ha deposto anche Flaminio Sessa che ha confermato di aver prestato 1000 euro a Deplano. “Mi disse di volermi restiture il prestito 100 euro per volta. Avevano fatto anche delle donazioni ma non avevo fatto firmare documenti come nel caso di Deplano”.

É stato chiamato a testimoniare anche Alessandro Landra, un collega di Ester Sessa. “Conosco anche Deplano e con Ester Sessa avevo partecipato a diversi corsi di formazione per il nostro settore”. Maria Rosa Iozzo, a difesa di Ester Sessa, ha confermato di conoscere Ester Sessa, ma non conosceva Deplano. “L’ho visto oggi e sul giornale. Quindi avevamo accettato di prestargli del denaro, 500 euro miei e di mio marito. Avevo chiesto che Flaminio, mio genero, si facesse firmare un documento. In altre occasioni avevano devoluto del denaro per associazioni di volontariato e religiose ma senza mai chiedere dei documenti in cambio”.

La moglie di Muca, Rehane Muca, ha confermato che “Deplano, aveva spiegato dei problemi che aveva in famiglia, e cosí mio marito consegnò 3 mila euro per aiutarlo”. Altro teste Ardian Kollacu. “Seguo anch’io dei corsi obbligatori sulla sicurezza, ma Deplano lo conoscevo di vista. Sapevo che lavorava nel comitato paritetico e conosco la sua funzione”.

La volta precedente é stata ascoltata la geometra Ester Sessa: “Il comitato faceva il suo sopralluogo e redigeva il suo verbale. Quindi verificava successivamenfe che tutte le prescrizioni venissero rispettate. Una cosa é certa. Non sono i tecnici a decidere eventuali provvedimenti sanzionatori”. E i rapporti con Deplano? Ha chiesto il pm Bogliolo all’imputata: “Aveva chiesto un prestito di 2 mila euro a mio fratello Flaminio per risolvere alcuni suoi problemi personali ma non relativi ai problemi della sua attivitá imprenditoriale, ma per un figlio con gravi problemi di disabilitá. Avevamo deciso di consegnare 1000 euro, 500 euro erano di mio fratello e 500 di mia suocera. Non gli avevamo consegnato l’importo totale. Nel 2013 la nostra impresa stava bene, avevamo in corso lavori da effettuare e quindi dopo alcune nostre verifiche avevamo deciso di prestare a Deplano il denaro. Facendogli firmare un documento. Tra l’altro mio fratello aveva sempre aiutato, con altre donazioni, alle parrocchie imperiesi”.

Flaminio Sessa e Daniele Deplano sono stati chiamati oggi a testimoniare in aula. Per i testi che la volta scorsa non si sono presentati in tribunale il collegio aveva deciso una ammenda di 300 euro e tra questi figurava anche don Paolo Pozzoli. Oggi in aula l’avvocato di Ester Sessa ha rinunciato alla testimonianza del prete perché in viaggio per Lourdes.

Il processo é l’epilogo di una seconda fase di un’inchiesta giudiziaria condotta dalla guardia di finanza e che aveva portato all’arresto di Daniele Deplano, che faceva parte, insieme ad altri 11 membri, della commissione, espressione dei sindacati e degli industriali, che doveva vigilare sulla sicurezza nei posti di lavoro.

Successivamente al comando delle Fiamme Gialle di Imperia erano stati convocati sei imprenditori che avrebbero consegnato il denaro a Deplano. Tra questi Ester Sessa, Walter Muca e Gianni Silvano. Secondo il pm Alessandro Bogliolo probabilmente in cambio di soldi avrebbero ricevuto rassicurazioni sulla morbidezza delle ispezioni.

In aula avevano deposto anche uno dei finanzieri che aveva condotto l’indagine, quindi Riccardo Littardi, ora presidente dell’ente scuola edile cosí come del comitato paritetico territoriale che ha spiegato le artivitá dello stesso comitato costituita da tecnici che avevano il compito di effettuare controlli nei cantieri che potevano essere chiamati anche dalle imprese per chiedere consigli di sicurezza. “Eventuali omissioni e i verbali restano a disposizione delle imprese. Ma é anche previsto che riferiscano eventuali situazioni irregolari anche al consiglio di amministrazione. Nulla vieta poi che altri organi come l’Asl o la direzione provinciale del lavoro svolgano altri controlli e quindi assuma provvedimenti. La commissione paritetica non ha alcun obbligo di comunicare nulla ad organi esterni”.

Va precisato che Daniele Deplano era stato condannato con la formula del rito abbreviato a un anno e otto mesi.