Zaino in spalla si torna a scuola in provincia, in classe anche tanti stranieri

14 settembre 2015 | 13:31
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Zaino in spalla si torna a scuola in provincia, in classe anche tanti stranieri
Zaino in spalla si torna a scuola in provincia, in classe anche tanti stranieri
Zaino in spalla si torna a scuola in provincia, in classe anche tanti stranieri
Zaino in spalla si torna a scuola in provincia, in classe anche tanti stranieri

Turchi, albanesi, marocchini, ma anche russi e originari del Bangladesh in provincia numerose le classi multietniche

Sanremo. La fine del periodo di vacanza non è mai piacevole quasi per nessuno, né per gli adulti né per i ragazzi: proprio per loro, poi, che hanno goduto di tanti mesi di riposo dagli impegni scolastici, abituarsi nuovamente al rispetto di orari, allo studio e alla disciplina risulta nella maggior parte dei casi abbastanza faticoso, specialmente durante i primissimi giorni e le prime settimane. Facce abbronzate e poca voglia di ricominciare. Qualcuno ancora addormentato che ha è arrivato in ritardo, ma senza tirata d’orecchie del preside e dei professori.

A Imperia e provincia via all’inizio dell’anno scolastico. Riviera è andata fotografare i ragazzi delle scuole di Sanremo e di Taggia, il Cassini, il Colombo. Ma hanno iniziato anche i bambini delle scuole elementari che hanno incontrato vecchi e nuovi compagni. Alcune classi sono anche multietniche: piccoli scolari o grandi studenti che sono figli di genitori stranieri. Tanti turchi, albanesi, marocchini, ma anche russi e originari del Bangladesh. Non mancano neppure indiani e cinesi.

Gli alunni con cittadinanza non italiana nati nel nostro Paese salgono al 90,68% nelle scuole dell’infanzia, 74,28% nelle primarie, 51,57% alle medie, 20,81% nelle superiori. Percentuali che non si discostano di molto in Riviera.

Quanto al discorso degli insegnanti si è chiusa la fase B del piano straordinario di assunzioni previsto dalla Buona Scuola: sono 8.532 le cattedre assegnate, su 8.776 a disposizione. Solo 244 professori precari hanno detto “no” al posto fisso, 52 hanno esplicitamente rinunciato e 192 non hanno risposto. Dunque, oltre il 97% dei docenti ha accettato. Circa 7.000 nuovi assunti, però, dovranno spostarsi dalla loro città di residenza. E dopo la fase B delle assunzioni, entro l’autunno è prevista una fase C,  con oltre 55.000 posti a disposizione che dovranno occuparsi del potenziamento (corsi di recupero e supplenze brevi). Entro dicembre dovrebbe essere invece bandito un nuovo concorso.

Ma prima che venga completata a fase C le classi sono a rischio per la mancanza di copertura delle supplenze brevi.

Saranno 60 mila gli insegnanti supplenti per un anno, secondo una prima stima dei sindacati, ma questi andranno a coprire solo le supplenze annuali. Come denunciato dai presidi, infatti, la riforma prevede che in caso di assenze brevi degli insegnanti i buchi dovranno essere coperti da i docenti già in organico. Fino a novembre, però, quando entrerà in vigore la fase C delle assunzioni, non sarà possibile trovare negli istituti personale disponibile.