Vespa Velutina, il comune di Vallecrosia chiede l’intervento della Provincia e della Regione

24 settembre 2015 | 11:11
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Vespa Velutina, il comune di Vallecrosia chiede l’intervento della Provincia e della Regione

“In 9 anni ha invaso buona parte del territorio francese arrivando nel 2010 nel dipartimento delle Alpes-Maritimes, al confine con il ponente ligure”

Vallecrosia. L’Amministrazione comunale di Vallecrosia, molto attiva sull’argomento, in accordo con l’Associazione apicultori, ha inteso sollecitare, i giorni scorsi con una lettera raccomandata, le Autorità Regionali e Provinciali (Presidente della Giunta Regionale ed Assessorati alla Sanità, all’Agricoltura, alla Protezione Civile, oltre al Prefetto della Provincia d’Imperia ) per portarle a conoscenza di un grave fenomeno.

Come noto il calabrone asiatico (Vespa velutina) è stato introdotto accidentalmente in Francia nel 2004 ed in 9 anni ha invaso buona parte del territorio francese arrivando nel 2010 nel dipartimento delle Alpes-Maritimes, al confine con il ponente ligure.

Il primo ritrovamento di un nido di calabrone asiatico in Italia risale al 12 luglio 2013 proprio nel nostro Comune di Vallecrosia. Da allora la specie ha rapidamente colonizzato la provincia di Imperia, tanto da consentire il ritrovamento di centinaia di nidi nel 2014.

La presenza di tale specie alloctona sta creando seri problemi riguardanti:
– l’imprenditoria agricola, in quanto le api sono preda del calabrone asiatico che arriva a causare la morte di interi alveari e, di conseguenza, un serio danno alla produzione locale di miele e altri prodotti dell’alveare;

– l’ambiente, poiché la riduzione o la scomparsa delle api in interi territori comporta una grave limitazione all’impollinazione di molte specie vegetali utili;

– l’incolumità pubblica, in quanto sono ormai numerosi i ritrovamenti di nidi di grandi dimensioni (anche oltre il metro di diametro) all’interno di civili abitazioni e in Francia, dove la specie è ormai endemica, si sono già verificati casi di attacchi all’uomo con esito mortale.

Finora le associazioni di apicoltori, ed alcuni Comuni come Vallecrosia, si sono fatte carico di promuovere un’informazione capillare sul problema oltre alla formazione degli operatori del comparto apistico. Si sono fatte altresì carico di occuparsi del censimento e della distruzione dei nidi.

Negli anni passati anche la Regione, attraverso l’assessorato all’agricoltura, si è impegnata finanziando un primo progetto di monitoraggio ed acquistando materiali utili alla distruzione dei nidi.

Tuttavia, stante l’aumento del numero delle segnalazioni di nidi, appare evidente che l’encomiabile sforzo dei volontari, supportati talvolta dai Vigili del Fuoco, non basta più. I volontari propongono quindi di procedere al più presto all’individuazione ed alla formazione di ulteriori persone, magari ricorrendo alle squadre di protezione civile che potrebbero garantire una presenza locale e di conseguenza una rapidità di intervento ottimale.

Al proposito sembrerebbe però che la Protezione civile regionale non ritenga la diffusione di Vespa velutina come fenomeno emergenziale, e di conseguenza escluda a priori un proprio coinvolgimento.

L’Amministrazione comunale ha quindi richiesto agli Enti citati, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, un interessamento al fine di valutare l’opportunità di impegnare il sistema della Protezione Civile regionale in un progetto che coinvolga anche le associazioni che finora si sono occupate del problema.