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Tangenti nei cantieri, Sessa “avevamo prestato denaro non erano mazzette”

15 settembre 2015 | 12:29
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Tangenti nei cantieri, Sessa “avevamo prestato denaro non erano mazzette”

Alla sbarra per corruzione sono finiti tre professionisti

Imperia. Nuova udienza questa mattina in tribunale a Imperia per un caso di mazzette elargite da impresari ad un ex componente della commissione paritetica per l’edilizia con una sfilata di testi prima del rinvio al 13 ottobre.

Alla sbarra Ester Sessa, Walter Muca e Gianni Silvano, professionisti e imprenditori edili accusati di corruzione per una vicenda che risale al 2013 e che ruotava attorno a Daniele Deplano, Deplano, l’ex componente della Commissione paritetica per l’edilizia ed ex assessore di Badalucco, accusato di aver preteso tangenti per 20 mila euro in cambio di controlli più “blandi” nei cantieri.

E stamane in aula é stata ascoltata la geometra Ester Sessa: “Il comitato faceva il suo sopralluogo e redigeva il suo verbale. Quindi verificava successivamenfe che tutte le prescrizioni venissero rispettate. Una cosa é certa. Non sono i tecnici a decidere eventuali provvedimenti sanzionatori”. E i rapporti con Deplano? Ha chiesto il pm Bogliolo all’imputata: “Aveva chiesto un prestito di 2 mila euro a mio fratello Flaminio per risolvere alcuni suoi problemi personali ma non relativi ai problemi della sua attivitá imprenditoriale, ma per un figlio con gravi problemi di disabilitá. Avevamo deciso di consegnare 1000 euro, 500 euro erano di mio fratello e 500 di mia suocera. Non gli avevamo consegnato l’importo totale. Nel 2013 la nostra impresa stava bene, avevamo in corso lavori da effettuare e quindi dopo alcune nostre verifiche avevamo deciso di prestare a Deplano il denaro. Facendogli firmare un documento. Tra l’altro mio fratello aveva sempre aiutato, con altre donazioni, alle parrocchie imperiesi”. Flaminio Sessa e Daniele Deplano saranno chiamati a testimoniare in aula. Per i testi che oggi non si sono presentati in tribunale il collegio ha deciso una ammenda di 300 euro e tra questi figura anche don Paolo Pozzoli.

Il processo é l’epilogo di una seconda fase di un’inchiesta giudiziaria condotta dalla guardia di finanza e che aveva portato all’arresto di Daniele Deplano, che faceva parte, insieme ad altri 11 membri, della commissione, espressione dei sindacati e degli industriali, che doveva vigilare sulla sicurezza nei posti di lavoro.

Successivamente al comando delle Fiamme Gialle di Imperia erano stati convocati sei imprenditori che avrebbero consegnato il denaro a Deplano. Tra questi Ester Sessa, Walter Muca e Gianni Silvano. Secondo il pm Alessandro Bogliolo probabilmente in cambio di soldi avrebbero ricevuto rassicurazioni sulla morbidezza delle ispezioni.

Stamane in aula hanno deposto anche uno dei finanzieri che aveva condotto l’indagine, quindi Riccardo Littardi, ora presidente dell’ente scuola edile cosí come del comitato paritetico territoriale che ha spiegato le artivitá dello stesso comitato costituita da tecnici che avevano il compito di effettuare controlli nei cantieri che potevano essere chiamati anche dalle imprese per chiedere consigli di sicurezza. “Eventuali omissioni e i verbali restano a disposizione delle imprese. Ma é anche previsto che riferiscano eventuali situazioni irregolari anche al consiglio di amministrazione. Nulla vieta poi che altri organi come l’Asl o la direzione provinciale del lavoro svolgano altri controlli e quindi assuma provvedimenti. La commissione paritetica non ha alcun obbligo di comunicare nulla ad organi esterni”.

Va precisato che Daniele Deplano era stato condannato con la formula del rito abbreviato a un anno e otto mesi.