Riccardo Caboni, Segretario PSI Intemelio analizza la situazione a Ponte San Ludovico

30 settembre 2015 | 13:17
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Riccardo Caboni, Segretario PSI Intemelio analizza la situazione a Ponte San Ludovico

“Lo sgombero di questa mattina credo sia un provvedimento corretto dopo uno status di esasperazione, creato dal presidio, tale da rendere deleteria l’azione dello stesso”

Ventimiglia. “Comincio dicendo che ciò che scriverò è la mia personalissima idea e non, per forza, quella del mio partito, ma da segretario PSI nel Comprensorio Intemelio vorrei analizzare la situazione di Ponte San Ludovico.

Non voglio entrare nel gruppo di coloro che festeggiano per lo sgombero utilizzando appellativi che ritengo inopportuni e offensivi, tipici di una retorica “anti no borders”, diffusa in questi mesi.

I socialisti non sono entrati nella vicenda pubblicamente perché abbiamo pensato che, con un comunicato stampa, sarebbe stato semplice compiere un’analisi sommaria e ingiusta.

Lo sgombero di questa mattina credo sia un provvedimento corretto dopo uno status di esasperazione, creato dal presidio, tale da rendere deleteria l’azione dello stesso.

Ventimiglia aveva risposto con entusiasmo e solidarietà all’emergenza di qualche mese fa tanto che, in prima persona, ho potuto constatare una collaborazione tra migranti, associazionismo, volontari, istituzioni e forze dell’ordine. Un clima stupendo.

Il presidio, bloccando un’area importante della nostra città, si é trasformato in una realtà chiusa e arroccata sulle proprie convinzioni (peraltro legittime) e i cittadini non hanno potuto comprendere fino in fondo la protesta dei “no borders” e il loro obiettivo. Quindi, mi chiedo: “a cosa serve una protesta se la cittadinanza non è coinvolta e, quindi, non recepisce il significato?”.

Non gioisco nel vedere lo sgombero, ma credo che sia la giusta soluzione, arrivati a questo punto.
Vorrei, inoltre, elogiare l’opera del Sindaco Enrico Ioculano e della sua giunta che, senza farsi influenzare da idee personali e dalla spinta di parte della popolazione, ha agito provando a non contribuire all’esasperazione generale, come un politico e amministratore dovrebbe fare. RESPONSABILMENTE.

Concludo dicendo che la fine del presidio non risolve la situazione.

I “no borders”, secondo me, sbagliavano nel modo, ma non mi sento di bocciare tutte le loro recriminazioni.

Il governo italiano e le istituzioni europee hanno mantenuto un atteggiamento di inerzia e poca attenzione a un problema di accoglienza che va affrontato con coraggio e solidarietà: quella vera!”