Maxi inchiesta sulle discariche di inerti di Pontedassio e Pieve, via al processo

3 settembre 2015 | 06:50
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Maxi inchiesta sulle discariche di inerti di Pontedassio e Pieve, via al processo

Indagine su abusi e omissioni condotta dalla guardia di finanza e coordinata dal pm Alessandro Bogliolo che risale al 2010

Imperia.Il processo è per abuso d’ufficio e per reati minori. Ma il caso è decisamente ghiotto. In tribunale a Imperia il prossimo 22 settembre si aprirà il dibattimento sulle discariche di inerti a Pontedassio e Pieve di Teco relativo alla realizzazione da parte di Anas della variante della statale 28 del Colle di Nava, la strada che collega Imperia a Ceva.

Un’inchiesta conclusa cinque anni fa e che aveva portato al rinvio a giudizio di cinque indagati tra questi figura anche l’ex segretario comunale di Pieve di Teco Alberto Marino. Ad indagare è stata la guardia di finanza su delega del sostituto procuratore della Repubblica Alessandro Bogliolo.

Progetti, richieste di autorizzazioni, fideiussioni e permessi rilasciati sono finiti sotto la lente di ingrandimento dei finanzieri. Un’inchiesta che avrebbe portato alla luce alcune irregolarità. Tra queste il fatto che nelle due discariche della Valle Impero e Arroscia sarebbero stati smaltiti, ma in modo abusivo, un quantitativo superiore gli oltre centomila metri cubi di materiale oltre a quello che sarebbe dovuto derivare dai lavori di scavo dalla galleria per la costruzione della Statale 28. A gestire le discariche era l’impresa Ecoterra che erano gestite dall’allora sindaco di Chiusavecchia Luigi Gandolfo. Aveva la delega di amministratore della società.

Durante l’attività investigativa delle fiamme gialle si era scoperto che la discarica sotto il viadotto Uveghi di Pieve di Teco era gestita attraverso la onlus “Galileo”. Tra le altre anomalie che le fiamme gialle avrebbero fatto emergere nel corso dell’indagine anche il mancato pagamento dell’ecotassa. In sostanza Ecoterra, vrebbe agito dal 2008 senza i dovuti permessi regionali. Quindi sarebbe stato omesso anche il pagamento della tassa che non sarebbe stata pagata nemmeno dalle numerose ditte che negli anni hanno conferito in discarica. Su questo fronte si era mossa anche la Provincia che aveva cercato di recuperare l’evasione a partire dal 2005.