Lavori in subappalto, nuovo processo per il porto di Imperia




L’accusa: “Le imprese hanno ottenuto in appalto opere riguardanti la pubblica amministrazione e oggetto della Concessione demaniale marittima”
Imperia. Torna in tribunale la costruzione del “porto più bello del Mediterraneo”. Ora c’è un nuovo filone della madre di tutte le inchieste, quella che aveva portato a processo il costruttore Caltagirone e un’altra decina di imputati, approdata poi a Torino. L’udienza davanti al Giudice monocratico imperiese, Caterina Lungaro, è fissata per il 6 novembre alle 9 e questa volta si parla di conduzione dei lavori e appalti. Lo scrive La Stampa/Il Secolo XIX.
Undici sono gli imputati, legali rappresentanti di altrettante imprese coinvolte nella lunga catena di subappalti. Ma questa volta la Porto di Imperia Spa, che in altre occasioni era stata coinvolta nei cicloni giudiziari, figura come parte lesa.
La citazione a giudizio è stata firmata dal pubblico ministero Marco Zocco e riguarda un’inchiesta stralcio sulla costruzione del bacino turistico, che vede i legali rappresentanti delle imprese coinvolte nei lavori accusati di aver dato vita a una catena di subappalti, senza l’autorizzazione della Porto Spa, che aveva affidato la costruzione dello scalo alla Acquamare Srl del Gruppo Acqua Marcia,all’epoca guidato dall’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone.
A rispondere dell’accusa sono chiamati Delia Merlonghi, legale rappresentante di Acquamare e braccio destro di Caltagirone (nome che figura praticamente in tutte le inchieste sul porto: è assistita dall’avvocato Federico Luppi), Emanuele Giovagnoli, della Sielt Immobiliare, Giovanni Vecchi diSave Group, Patrizia Patricelli, di Impregeco, Mariassunta Longo, della Metroquadro, Agatino Visconti della Futura Costruzioni, dichiarato irreperibile con decreto del settembre 2013, Francesco Gandolfo, della B&C Costruzioni, unica impresa ligure coinvolta, Lorenzo Vassallo della Edl Vas, Gianni Tasca della Aldo Tasca Spa e due titolari di impresa individuale: Enrico Basso e Adem Mamudosky, entrambi della provincia di Treviso.
Il pm Marco Zocco li accusa di aver agito «in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, avendo ottenuto in appalto opere riguardanti la pubblica amministrazione e oggetto della Concessione demaniale marittima rilasciata in data 28 dicembre 2006 dal Comune di Imperia alla Porto di Imperia Spa» per la costruzione del nuovo porto, in quanto «ricevevano e concedevano un subappalto, dando vita ad una catena di almeno sei livelli, le opere stesse,senza l’autorizzazione della Porto di Imperia Spa».