Forza posto di blocco e cerca di speronare la Polizia: in carcere passeur romano con un furgone stipato di migranti

3 settembre 2015 | 15:29
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Forza posto di blocco e cerca di speronare la Polizia: in carcere passeur romano con un furgone stipato di migranti

Aperto il vano posteriore, agli agenti si parava davanti una scena che ricordava tristemente quando accaduto in Austria pochi giorni fa

Ventimiglia. Prosegue senza sosta l’attività della Polizia di Frontiera che, a seguito della rimodulazione dei servizi disposta dal Dirigente la Zona Interregionale Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta della Polizia di Frontiera, Savi, ha consentito agli uomini del Settore, sotto la guida del dirigente Santacroce, di arrestare il sesto “passeur” nell’arco di soli 15 giorni.

Anche questa volta, il servizio di indagine e appostamento vedeva operare insieme gli agenti di Polizia Frontiera con quelli della Polizia di frontiera francese, dislocati in più punti del centro cittadino e nelle vicinanze dello svincolo autostradale.

Tali servizi hanno permesso di notare, all’interno della stazione ferroviaria, tre individui – noti passeur di origine magrebina – che, una volta riunito un gruppo nutrito di clandestini, svolgevano trattative e percepivano compensi. Successivamente, gli agenti si accorgevano che gli stranieri si dirigevano discretamente lungo la ferrovia, dove venivano fatti salire a bordo di un furgone Opel Movano con targa italiana parcheggiato in prossimità di un noto supermercato e alla cui guida si trovava il cittadino italiano M.G., romano di 32 anni residente in provincia di Milano.

Una volta saliti, il furgone si dirigeva a forte velocità verso l’autostrada in direzione Francia, dapprima sorvegliato a distanza dagli agenti italiani e francesi i quali, in prossimità dell’uscita autostradale di Mentone , intimavano al veicolo, mediante segnalazioni luminose e sonore, di uscire dall’autostrada, dove ad aspettarli c’era posto di blocco apposito.

Il furgone usciva dall’autostrada ma forzava il posto di blocco, tentando d’investire gli operatori francesi. A quel punto parte un inseguimento del mezzo, con i poliziotti transalpini che tentano di bloccarlo malgrado i ripetuti tentativi di speronamento, sino a quando lo costringono ad arrestarsi sul lato della carreggiata.

Aperto il vano posteriore, agli agenti si prospettava una scena che ricordava tristemente quando accaduto recentemente in Austria dove, all’interno di un furgone, decine di migranti erano stati ritrovati privi di vita, vittime di passeur senza scrupoli.

Anche in questo caso i migranti, circa 30, erano stipati all’interno del mezzo, in condizioni disumane e assai degradanti, gran parte dei quali cominciavano a manifestare palesi sintomi di asfissia tanto da dover richiedere l’immediato soccorso medico. L’abitacolo stretto e privo d’aria, la guida veloce e spericolata, li aveva portati, in breve tempo, a rischiare la vita, vita che avrebbero potuto perdere facilmente se la Polizia non avesse compreso per tempo gli intenti criminali del passeur.

Il cittadino italiano, veniva pertanto immediatamente tratto in arresto per i reati di tratta di essere umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, violenza e resistenza a P.U., favoreggiamento personale nonché danneggiamento. Processato in Francia veniva condannato a tre anni di reclusione e 10 anni di interdizione da quel territorio.

I clandestini (16 bengalesi, 6 pachistani, un siriano ed un indiano) riammessi in territorio italiano, venivano affidati alle cure della Croce Rossa di Ventimiglia che provvedeva a visitarli e a rifocillarli.