Da profughe a prostitute, provvidenziale indagine della polizia di frontiera

22 settembre 2015 | 14:14
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Da profughe a prostitute, provvidenziale indagine della polizia di frontiera

Gli Agenti, inteneriti dalle giovanissime, hanno cercato di spiegar loro il rischio corso, invitandole a fornire ogni utile dettaglio per il proseguimento delle indagini

Ventimiglia. Erano arrivate a Lampedusa in pieno agosto e immediatamente avevano fatto richiesta di asilo politico. Tanto giovani e inesperte da far probabilmente gola a qualche associazione criminale che le aveva “adocchiate”, valutando quanto avrebbero potuto fruttare nel commercio della prostituzione le quattro ragazze, tra i 18 e 23 anni, pertanto avevano fornito loro una serie di documenti falsi per far loro varcare la frontiera fino alla Spagna.

Da qui partono le indagini della Polizia di Frontiera che l’altro ieri ha tratto in arresto, ai sensi della vigente normativa, le giovanissime nigeriane. Le stesse, controllate a bordo di un pullman di linea Eurolines partito da Napoli e diretto a Barcellona, apparivano come quattro turiste, opportunamente munite di cartina e geografica e macchina fotografica: I.Q. di anni 23, H.M. di anni 18, O.F. di anni 23 e E.F. di anni 20, nigeriane.

Alla richiesta degli Operatori di esibire i documenti, mostravano con entusiasmo e tranquillità ben 11 documenti tra titoli di viaggio, permessi soggiorno e carte identità, tutti apparentemente rilasciati dalla Questura di Bologna e solo per una dalla Questura di Cremona. Malgrado l’apparente normalità e l’ingenuità delle ragazze, gli Agenti del Settore diretti dal dr. Santacroce, la cui competenza in tema di falso documentale è ormai più che consolidata, non si persuadevano della loro validità, tanto da far scendere le giovani dal mezzo per condurle negli Uffici di Piazza Libertà per più approfonditi controlli. I sofisticati apparecchi in dotazione alla Polizia, permettevano di evidenziare la totale falsità dei documenti, carenti sotto molteplici aspetti, che venivano pertanto posti sotto sequestro. Le ragazzine, totalmente spaesate e inconsapevoli dei reati commessi, ignare anche di quella che sarebbe stata lo loro fine, venivano tratte in arresto e condannate ad un anno di reclusione con sospensione della stessa. Si indaga dunque per risalire all’organizzazione criminale che produce e fornisce i documenti e gestisce lo sfruttamento e l’induzione alla prostituzione. Gli Agenti, inteneriti dalle giovanissime, hanno cercato di spiegar loro il rischio corso, invitandole a fornire ogni utile dettaglio per il proseguimento delle indagini.