Bordighera, l’epilogo di una società sportiva: chiude la TWHO Karate

24 settembre 2015 | 12:59
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Bordighera, l’epilogo di una società sportiva: chiude la TWHO Karate

A scrivere è Marco Mutascio: “Ciò che per me è risultato un rammarico, per la città di Bordighera tutta, significa una condanna”

“Me ne vado da Bordighera. Dopo tre mesi di lavoro estivo, lascio la mia città natale e torno a Milano, mia nuova residenza.

Sono rattristato dalla condizione in cui versa Bordighera e amareggiato per il trattamento che gli amministratori hanno ingiustamente riservato anche a me, alla mia attività sportiva, alla mia Associazione, che è stata presente sul territorio per vent’anni regalando soddisfazioni alle centinaia di ragazzi che l’hanno frequentata e dando lustro alla città.

E così, dopo aver riflettuto a lungo, complici gli estenuanti silenzi delle istituzioni a cui mi sono rivolto, ho preso la decisione di scrivere questa lettera.

Vorrei perciò che la mia vicenda non rimanesse relegata nella stanza del Sindaco e venisse invece resa pubblica perché la ritengo rappresentativa della situazione in cui versa la nostra città ed i bordigotti hanno il diritto di esserne consapevoli. Mi rivolgo dunque a tutti coloro i quali avranno la pazienza di leggere le parole di un disilluso. Come premessa necessaria sintetizzerò brevemente, si badi bene non per farne sfoggio, cos’è stata la TWHO Karate Bordighera.

Ho creato la mia Associazione nel 1994; tra i suoi iscritti molti atleti hanno raccolto riconoscimenti agonistici, riportando, per la Città di Bordighera, innumerevoli titoli a livello regionale, nazionale ed internazionale; alcuni hanno fatto anche parte della squadra nazionale della Federazione a cui aderivamo; ho organizzato per la stessa, in Bordighera, una quindicina tra Campionati Regionali ed Italiani più decine di stage federali, inizialmente nella palestra Conrieri poi nel palazzetto comunale; ho siglato personalmente gli accordi con la società di karate di Neckarsulm nell’ambito del gemellaggio tra le città e ho collaborato con essa in diverse occasioni; in vent’anni siamo sempre stati presenti durante le manifestazioni e gli eventi organizzati dal Comune.

Ora, sulla scorta di queste brevissime informazioni, mi sento in diritto di esprimere pubblicamente il mio disappunto, la mia delusione per la condanna subita.

Certo il triste epilogo ha origini un po’ più lontane dall’attuale Giunta, ma questa, diciamo così, ha assestato il colpo finale che mi ha definitivamente costretto alla chiusura. Hanno cominciato l’opera i Commissari prefettizi, che nel 2011 avevano sostituito, nell’amministrazione di Bordighera, una Giunta comunale ritenuta, maldestramente, infiltrata dalla mafia, consegnando il palazzetto dello sport cittadino nelle mani di una Società, palesemente più interessata al proprio tornaconto economico, con un bando che non tutelava certo gli interessi della Città e delle Associazioni sportive che lì avevano la propria sede (tra queste la mia).

Ha proseguito, con l’affondo, la suddetta Società di gestione aumentando la pretesa economica per l’affitto degli spazi inducendo la mia Associazione a rinunciarvi e creando disagi ad altre. Ha chiuso il cerchio l’attuale Amministrazione che, contrariamente all’interessamento per il tema, dimostrato in campagna elettorale, non ha saputo gestire una situazione di incuria. Anzi si è, in seguito, dimostrata inaspettatamente inadeguata pasticciando una soluzione con un ambizioso progetto che di fatto però avvantaggia solo due delle cinque associazioni coinvolte inizialmente.

Avvalorando, con ciò, la valutazione che alcuni Membri dell’opposizione politica fanno, quando lamentano che sia stato destinato per le sole attività marziali un edificio inidoneo in pieno centro città a scapito della cittadinanza.

Proprio quest’ultima vicenda per me è fonte di dolore, quasi di rabbia impotente giacché gli stessi che sono venuti a chiedere il mio parere di persona informata dei fatti quando interessava loro raccogliere voti in quel bacino, mi hanno poi incomprensibilmente messo alla porta; hanno chiesto la mia collaborazione nel portare a termine un progetto che mi ha coinvolto e che poi non mi ha più visto tra i protagonisti adducendo scuse burocratesi: infatti, seppure sin da subito avessi fatto notare che la formulazione dello stesso strumento, il bando, che avrebbe dovuto rivolgersi a quelle associazioni in situazione di difficoltà logistica, era congeniato in modo da escludermi, ho inizialmente ricevuto risposte rassicuranti, mentre poi il risultato è stata l’esclusione.

Peggio: non solo l’esito del bando non è stato mai formalmente notificato al sottoscritto direttamente dall’Amministrazione e ne sono invece venuto a conoscenza leggendo la pubblicazione della notizia su un giornale online, ma alla mia richiesta ufficiale protocollata in Comune non ho mai ricevuto risposta. Come non ho ricevuto risposte o addirittura riscontri alle mie offerte di proposte di soluzioni che reputo ancora adesso di una semplicità disarmante, ma inspiegabilmente non interessano nessuno.

Concludendo: ormai la vita mi ha portato altrove, ma nella scelta tanto ha pesato anche la mancanza del riconoscimento e soprattutto della riconoscenza per l’impegno dimostrato negli anni nella promozione di un’attività e di riflesso di un territorio facendo, con le numerose manifestazioni organizzate, turismo sportivo che invece, sbagliando, mi sarei aspettato. Però, ciò che per me è risultato un rammarico, per la città di Bordighera tutta, significa una condanna: infatti il piccolo caso di un singolo è esemplare di una situazione generalizzata di incapacità ad adeguarsi al mutamento dei tempi e ad adottare nuove soluzioni per la rinascita di una città che appare sempre più in caduta libera. E di questo sono molto dispiaciuto”.
Marco Mutascio