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Accoltellamento a Ranzo, è battaglia tra difesa e accusa “Versioni discordanti”

14 settembre 2015 | 16:32
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Accoltellamento a Ranzo, è battaglia tra difesa e accusa “Versioni discordanti”

Udienza aggiornata per la sentenza ad ottobre davanti al collegio del tribunale di Imperia

Imperia. Il processo (a porte chiuse) è stato aggiornato a metà ottobre quando probabilmente si arriverà a sentenza, ma la difesa sostenuta dall’avvocato Lorenzo Corridori del foro di Savona cerca di smontare il castello accusatorio sostenuto dal pm Antonella Politi. 

Sul banco degli imputati c’è Anis Chaktami, tunisino di 34 anni, accusato di  maltrattamenti in famiglia e minacce.

Una storia che risale all’agosto dell’anno scorso. Al culmine di una lite con la sua ex convivente era spuntato un coltello da cucina. L’accusa sostiene che la donna venne ferita ad una coscia. “Una volta medicata era stata dimessa il giorno dopo dall’ospedale”, sostiene la difesa che tra l’altro in aula ha portato sentenze assolutorie di altri ex conviventi che la ragazza aveva denunciato.

Oggi in aula, in tribunale a Imperia, sono stati ascoltati anche altri testi della parte offesa in vista della sentenza prevista per il prossimo mese di ottobre. La donna si è costituita parte civile con l’avvocato Saracino pure lei del foro di Savona.

Di fatto l’imputato, quel giorno, era scappato in sella a uno scooter. Il nordafricano era stato poi intercettato dai carabinieri di Villanova d’Albenga che dipendono dalla Compagnia di Alassio. Lo avevano bloccato ad un posto di blocco mentre era inseguito dalle «gazzelle» del Nucleo Radiomobile di Imperia.

L’episodio era accaduto una domenica pomeriggio a Ranzo, paesino in valle Arroscia. Anis Chaktami, ora in carcere a Genova, abitava in un appartamento del paese insieme con una ragazza italiana quarantenne anni con la quale aveva avuto l’accesa discussione.  La donna era riuscita a scappare e a rifugiarsi da un’amica, che abita poco lontano. Chaktami, dopo avere rotto i finestrini dell’auto della donna ed essersi impossessato della sua borsa, con i documenti e il telefono cellulare, era fuggito con lo scooter della convivente.

I militari lo avevano poi intercettato lungo la provinciale che dalla valle Arroscia scende verso Ortovero, alle spalle di Albenga: inizialmente era stato arrestato con le accuse di lesioni aggravate, rapina e ricettazione (del ciclomotore). Poi la sua posizione, davanti al pm, si era aggravata con