Sotto la lente il futuro economico di Ventimiglia, meeting di Confcommercio con la politica

26 agosto 2015 | 21:03
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Sotto la lente il futuro economico di Ventimiglia, meeting di Confcommercio con la politica
Sotto la lente il futuro economico di Ventimiglia, meeting di Confcommercio con la politica
Sotto la lente il futuro economico di Ventimiglia, meeting di Confcommercio con la politica
Sotto la lente il futuro economico di Ventimiglia, meeting di Confcommercio con la politica
Sotto la lente il futuro economico di Ventimiglia, meeting di Confcommercio con la politica
Sotto la lente il futuro economico di Ventimiglia, meeting di Confcommercio con la politica

Snellire la burocrazia, innanzitutto, tra cittadino ed ente pubblico, ma anche tra Comuni e Regione

Ventimiglia. Interventi di alto profilo, quelli delle autorità politiche che si sono sedute al tavolo della Biblioteca Aprosiana per confrontarsi sulla situazione che sta vivendo la Città di Confine da due mesi e mezzo a questa parte. Ma anche per parlare del futuro, di un futuro in cui Ventimiglia, e l’intera provincia di Imperia, torni a giocare un ruolo di primo piano nell’economia del Paese.

Il Presidente Confcommercio per la Provincia di Imperia Enrico Lupi ha dato inizio alla discussione, parlando delle difficoltà che Ventimiglia sta vivendo da quando, oltre due mesi fa, si è trovata a dover gestire, da sola, una situazione di emergenza causata dall’arrivo di numerosi richiedenti asilo: “Le nostre categorie commerciali e turistiche hanno sofferto una situazione che da eccezionale è diventata stanziale, duratura”, ha dichiarato Lupi, “Situazione che ormai è diventata insostenibile. Ventimiglia è una città di confine, che ha sempre avuto grande appeal per i francesi, ma durante l’estate, una delle stagioni solitamente più favorevoli al commercio, si sono registrate delle negatività sia per quanto riguarda le affluenze che per gli acquisti. Chiediamo che il problema venga risolto, tassativamente entro il 30 di novembre, perché passare un Natale in questa condizione è impensabile. Dobbiamo lavorare insieme per risolvere la situazione e per rilanciare la città: noi siamo pronti a dare il nostro contributo”.

Alle sue parole hanno fatto eco quelle pronunciate da Simone Piccolo, Presidente Ascom Ventimiglia: “E’ il momento di dire basta, di chiudere questo centro di accoglienza e di cercare di smistare i migranti in centri già esistenti in Provincia. Ventimiglia ha già pagato un prezzo troppo elevato. Chiediamo che vengano messe le basi per evitare che questi problemi si ripresentino in futuro. Presenteremo inoltre una lista dei danni che la città ha avuto sia a livello economico che di immagine”.

L’Assessore regionale allo Sviluppo economico Edoardo Rixi ha così sintetizzato il suo pensiero:
“L’amministrazione regionale è solidale con la città di Ventimiglia. Il danno all’immagine per chi fa attività commerciale e turistica si traduce in danni materiali molto pesanti. E così una parte della regione si è sentita completamente abbandonata dal Paese. Non è accettabile che dopo due mesi in cui tutto il paese sembrava doversi occupare di Ventimiglia, siano solo i ventimigliesi ad essersene fatti carico. Mi sono preso l’impegno, anche con l’amministrazione comunale se lo vorrà, di scrivere a livello istituzionale e chiedere un intervento da Roma”.
Durissimo il commento di Rixi sulla presenza dei centri sociali a Ventimiglia: “Il centro di accoglienza per migranti è ormai popolato più da italiani che da profughi. Persone dei centri sociali sono venuti da tutta Italia per trascorrere qui le vacanze in modo abusivo e del tutto gratuito e questo non è accettabile”.

Quali sono le intenzioni della Giunta Toti per il futuro? Sviluppo futuro: “Vogliamo investire per rilanciare l’economia e creare una vera e propria porta di ingresso per il Paese. Non si riesce a capire perché l’Italia sia l’unico Paese che investe dappertutto tranne che al confine. In questo momento le divisioni politiche devono essere messe da parte per far sì che la nostra Regione non viaggi verso un ulteriore impoverimento e spopolamento. Il nostro compito è quello di dare qualche speranza alle giovani generazioni, perché possano avere un futuro in questa terra bellissima”.

A cambiare, innanzitutto, sarà la gestione dei fondi europei: “Il nostro intento è quello di non restituire un euro a Bruxelles. Faremo una serie di programmazioni per agevolare piccole e medie imprese, cercheremo di indire bandi più veloci, di comunicare, anche attraverso i social network. Insomma, faremo il possibile per cercare di consumare l’intero ammontare”. E non si tratta di spiccioli, visto che i fondi erogati dalla UE per i prossimi sette anni dovrebbero raggiungere la cifra di 390 milioni di euro.

“La mission che ci siamo preposti è quella di dare un forte input per rilanciare il territorio: ogni singolo assessore deve concentrarsi per far sì che nel proprio settore ognuno possa dare una mano alla crescita, puntando soprattutto alla sburocratizzazione”, ha dichiarato l’Assessore regionale Marco Scajola, che si è dichiarato ottimista sul destino della Liguria: “E’ una sfida difficile perché i tempi in cui viviamo sono difficili, ma dobbiamo avere coraggio e affrontare scelte coraggiose se vogliamo rilanciare la nostra Liguria”.

Snellire la burocrazia, innanzitutto, tra cittadino ed ente pubblico, ma anche tra Comuni e Regione:

“Vogliamo aiutare i comuni a crescere e aiutare i commercianti e gli artigiani a lavorare. Vogliamo modificare determinate normative, fare in modo che i Comuni possano decidere in autonomia. Per questo lavoreremo per far sì che molte pratiche vengano gestite direttamente dagli enti comunali senza il passaggio in Regione”.

“Non possiamo essere l’area di stoccaggio di Montecarlo, abbiamo bisogno di posti di lavoro qualificati per dare una speranza alle nuove generazioni”, ha dichiarato il Sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano, “E per questo serve un progetto che abbia basi solide. Chiediamo un rilancio dell’immagine oltre confine perché la speculazione che abbiamo sofferto è stata incredibile. Grazie ai media, sia italiani che stranieri, qui sembravamo tutti malati di scabbia. Ora serve una campagna ben fatta per il rilancio turistico e il Comune, da solo, non può farcela”.

Al tavolo di oggi ne dovranno seguire altri: “I flussi migratori di oggi si verificheranno anche domani”, ha concluso il Sindaco, “Per questo dobbiamo avere la capacità di trovare un equilibrio tra un paese che deve essere solidale ed il diritto di far valere la propria fermezza e le proprie regole. Altrimenti rischiamo tutti gli anni di riparlare della stessa cosa. Dobbiamo tutelare i diritti di chi vive qui”.