Le olive giganti di Arma di Taggia finiscono su “Olioofficina.it”

19 agosto 2015 | 19:15
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Le olive giganti di Arma di Taggia finiscono su “Olioofficina.it”

L’opera di Mauro Olivieri ora diventata celebre anche sul web

Taggia. Le olive giganti di Arma Taggia? Diventano tanto celebri da finire sul portale specializzato Olioofficina.it.

L’opera è del designer Mauro Olivieri. L’autore dell’articolo è Luigi Caricato, scrittore, giornalista e oleologo, che invita tutti “a fare presto un sopralluogo, anche perché meritano di essere contemplate non soltanto in fotografia”.

“Meglio andarci di persona, e con l’occasione approfittare per visitare la bellezza dei luoghi, non solo il centro storico, anche le campagne. Io vi ho mangiato in più occasioni, apprezzando ogni piatto del territorio e tantissimo l’olio. Ora non c’è più il ristorante in cui ho potuto apprezzare e conoscere Davide Zunino, scoperta di Franco Boeri. Peccato, ma le occasioni non mancano. In Liguria si mangia bene – scrive nel suo pezzo Caricato –
Gli oli monovarietali da olive Taggiasca meritano di essere presi in seria considerazione. Coloro che insistono sugli oli potentemente amari e piccanti hanno evidentemente gusti da monomaniaci e trascurano la bontà di oli che hanno lasciato un segno indelebile nella storia, trainando anche altri territori in passato marginali. Una visita in Liguria merita. Anche per rendersi conto di come si coltivino gli olivi da veri eroi, mettendo in pregiudizio la propria incolumità”.

Secondo l’articolista: “Il pretesto delle olive giganti di Mauro Olivieri da visitare a Taggia è nel medesimo tempo un invito all’assaggio degli oli che vi si ricavano. Occorre soprattutto saper apprezzare gli oli dal fruttato leggero, perché non è da tutti e non è nemmeno un’operazione semplice. Come non è facile neppure essere bravi produttori di oli dal fruttato leggero, perché non è da tutti riuscire a ottenere extra vergini fini e delicati con tutte le caratteristiche dell’alta qualità”.

Le olive di Mauro Olivieri, nomen omen, sono di ben 8 metri di altezza, mentre la foglia è alta 11 metri. Dal basso, si scorge da terra un cesto con la scritta “Arma porta della Valle Argentina”, e, dall’altra parte, “Taggia patria dell’oliva Taggiasca”.

“Un plauso va sicuramente agli amministratori di Taggia, per la scelta coraggiosa da parte di un piccolo centro abitato. E io ne penso così bene, di tale scelta, che la trovo degna di essere imitata con altre forme altrove. Se non si investe nei segni che lasciamo al futuro, non ci si eleva mai. L’arte lascia un segno tangibile di noi, proprio così come è avvenuto in passato in tanti luoghi”, aggiunge Caricato.