La notte bianca del pallonetto a Bestagno: ancora un successo in valle Impero
Si gioca in modo tradizionale, con battuta “au picà” e palla da tennis non spellata.
Bestagno. Ancora una volta tutto in un giorno ed una notte. Ancora una volta una crescita tecnologica nella maniacale preparazione del campo di gioco. Asfalto nuovo nel “caruggio” a fianco della chiesa.
Una soluzione che si avvicina alle cromie delicate della pietra. Grande atmosfera infine con la potente quanto ecologica illuminazione a led predisposta dagli organizzatori, dove Paolo Gheza è del mestiere e sa bene come calibrare il fascino del “baletta stadium” di Bestagno.
Tredici squadre al via, partite a tempo, ma sempre combattute perché i cambi di campo sono veloci e non ci sono pause. Si gioca in modo tradizionale, con battuta “au picà” e palla da tennis non spellata.
Più visibile, ma più pesante. Si lancia la palla sul muro di lato. Entro uno spazio definito. E deve cadere entro uno spazio in piazza altrettanto definito. Non è una cosa semplice.
Ci vogliono nervi d’acciaio o una bella dose di sfrontatezza. Ci sono molto giovani e questo è un segno positivo. Anche in battuta.
Alessandro Piana smette i panni della politica e si cala nell’ambiente sportivo a lui caro, dispensando consigli sul difficile dettaglio tecnico. Inizia la tenzone e le partite si susseguono senza pausa, dopo le prove di venerdì. Il gioco in continuità, l’occupazione ludica della piazza consente alla gente di riappropriarsi di uno spazio sociale. Come detto, segno interessante è proprio il notevole numero di giovani presenti: non mancano le “gaffes” così come qualche omerica “ratella” (litigata).
I più autorevoli, come Corrado Agnese o Claudio Semeria, prendono decisioni draconiane, regolamenti alla mano.
Nei gironi ci sono vittime illustri, come la squadra dell’alfiere di Sant’Agata, Roberto Bernardi, il quale però è sportivo vero e rimane sino alla fine del torneo, oltre lo scuro limbo. Si vedono belle cose, in generale, ma è difficile dire a questo momento chi potrà spuntarla. Dai quarti di finale c’è stata aspra battaglia.
Ne hanno fatto le spese terne blasonate come quella di Moltedo, solitamente protagonista con i vari Semeria ed Anfossi o il temibile trio degli esperti Agnese, Acquarone e Giudice. Il terreno bestagnino però è davvero imprevedibile.
Si va avanti con semifinali e finali non più a tempo e la notte si fa scura. Ma, recita un brano di tanti anni fa…”non ho paura della notte scura”. Ancora battaglia, inframmezzata però da un servizio ristorante che sforna decine di coperti.
E qui il plauso va alle donne della Pro Bestagno, che hanno innalzato sempre di più l’asticella culinaria valligiana. Sorpresa in semifinale, dove arriva il giovane Riccardo Ansaldo, giocatore di prospetto, coadiuvato da suo padre e poi da un giovane amico neofita, nonché da uno Steano Tiraboschi da Sant’Agata (e la provenienza è garanzia). All’ultimo respiro la semifinale della terna pontedassina di Martini, che ribalta un 3-1 sfavorevole in un 4-3 di fronte ai fratelli Arrigo con Piero Merano al lancio, sempre molto concreto.
Partita enigmatica, che entrerà a far parte delle saghe del pallonetto. Finale molto pontedassina: da una parte Martini, Calmarini e Vinai, dall’altra Chiapello, che ha radici anche bestagnine, con Ardissone al lancio e Marco Sasso (Sant’Agata docet) a tritare davanti. 5-2 per Martini e partcolare menzione per Vinai che torna alle competizioni nel ruolo difficile di lanciatore.
Concentrazione o coraggio sfrontato. Conoscendo il personaggio, potremmo dire insieme di capacità di azzardo imprevedibile ed potente presenza fisica. Il baluardo avanzato favorisce l’agilità dei compagni, che infatti ne escono vincitori, di fatto rispetto ad una terna completa, dotata di colpi spesso molto spettacolari.
Gli organizzatori della Pro Bestagno, alla luce dei potenti fari a led, procedono alle premiazioni, offerte da sponsor come quali Azienda Agricola Alessandro Piana, Frantoio di Sant’Agata di Oneglia, Oleificio Anfosso, Fratelli Risso, Oleificio Isnardi, Frantoio Ramoino, Grafiche Amadeo, Breack Point, Comoli Ferrari Materiale Elettrico, Demo Materiale Elettrico, Fassi Caramelle, Farmacia di Pontedassio, Schenardi, Videoservice, SBI Elettronica, ENG Elettrica, Distributore Le Cave, ASD Gioca Pattinando, Oreficeria Martini e Coca-Cola. Di particolare effetto la consegna del trofeo offerto da Alessandro Piana.
Un’opera di qualità che la squadra vincitrice tiene solo per un anno.
Con l’onore di porre i propri nomi sulla base. Come le grandi coppe del calcio e viene in mente la base infinita della Copa Libertadores del Sud America. E così l’entroterra ligure occidentale libera la sua fantasia e dà voce alle sue tradizioni.