Il farmacista Fabio Renzi sospeso per sei mesi, alterava le ricette

1 agosto 2015 | 08:51
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Il farmacista Fabio Renzi sospeso per sei mesi, alterava le ricette

Nella farmacia di Prelà il dottor Renzi avrebbe “moltiplicato” il numero di confezioni che i medici di base prescrivevano ai pazienti

Imperia. La magistratura ha disposto la sospensione dai pubblici uffici per sei mesi di un farmacista dell’entroterra. Il motivo? Un’indagine che ha rivelato una serie di «maneggi» nella gestione delle ricette e dei rimborsi del servizio sanitario nazionale. Lo scrive oggi Il Secolo XIX/La Stampa.

La misura cautelare è stata disposta nei confronti del dottor Fabio Renzi, 53 anni, titolare della farmacia di Prelà, in via Dolcedo 2.

È accusato di indebita percezione di erogazioni da parte dello stato. Sono stati i carabinieri del Nas, il Nucleo anti sofisticazioni di Genova, ad occuparsi degli accertamenti d’indagine.

Una volta concluse le indagini i pm Paola Marrali e il giudice Alessandro Bogliolo hanno chiesto e ottenuto il provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari Massimiliano Botti. L’apertura della farmacia del paese, vista la decisione del tribunale, è vincolata alla presenza di un altro farmacista che non sia quello raggiunto dalla misura cautelare.

L’attività di indagine dei carabinieri del Nas di Genova, coordinati dal capitano Mario Carta, è scattata a fronte di una serie di anomalie segnalate dal sistema nazionale.

Secondo l’ipotesi accusatoria nella farmacia di Prelà il dottor Renzi avrebbe “moltiplicato” il numero di confezioni che i medici di base prescrivevano ai pazienti. Lo scenario emerso al termine degli accertamento è stato quello di un’alterazione materiale delle ricette sulle quali veniva “gonfiato” il numero delle confezioni. Il paziente arrivava in farmacia con la ricetta e prendeva il suo farmaco.

Successivamente le confezioni diventavano di più rispetto a quella regolarmente prescritta e venduta, le fustelle finivano attaccate alla ricetta rossa. Il tutto a danno dello Stato per un importo che i carabinieri del Nas hanno stimato intorno ai 22 mila euro