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Franco Maragliotti è volato in Sierra Leone, il progetto umanitario continua

25 agosto 2015 | 07:51
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Franco Maragliotti è volato in Sierra Leone, il progetto umanitario continua
Franco Maragliotti è volato in Sierra Leone, il progetto umanitario continua
Franco Maragliotti è volato in Sierra Leone, il progetto umanitario continua

Iniziativa collegata all’associazione Fhm che aiuta le famiglie in difficoltà nel Continente Nero

Imperia. Ha lasciato Imperia per raggiungere nuovamente la Sierra Leone Franco Maragliotti, il meccanico imperiese da anni impegnato in una missione umanitaria “no limits” per cercare di alleviare le sofferenze di alcuni villaggi tra i più poveri al mondo.

La guerra in quella zona del Continente Nero è finita, ma ha lasciato molti ragazzi senza famiglia e senza un tetto. Per aiutare questi ragazzi è nato quindi il movimento “FHM” che cerca loro una famiglia che possa ospitarli e farli crescere in un ambiente il più possibile sereno, inoltre si occupa della loro istruzione e delle spese per l’assistenza medica.

Per occuparsi dell’istruzione dei ragazzi, FHM ha creato una scuola a Mayenckineh, un asilo a Saint Michael ed altri laboratori professionali per insegnare loro un mestiere. Un “progetto speciale” pensato e portato avanti con una travolgente passione da “persone speciali” come appunto Maragliotti.

“Questa iniziativa umanitaria – spiega il meccanico imperiese – nasce da un desiderio nascosto di Matteo, mio figlio. Mi parlava dei bambini soldato, delle basse aspettative di vita in Sierra Leone. Quando è mancato Matteo in sala di rianimazione è arrivato il dottore Ravera, non lo conoscevamo, non sapevamo delle sue attività in Africa, e mi ha chiesto una foto di Matteo per potergli dedicare qualcosa in Sierra Leone dove lui operava. È stato un segno del destino, come un compito che ci ha lasciato Matteo”.

Matteo amava ballare. Da quando aveva otto anni. E si muoveva con talento seguendo i ritmi della musica hip hop. Purtroppo a quindici anni e mezzo, i suoi passi si sono fermati per sempre. Colpa di un’infezione al setto nasale degenerata in un’infezione cerebrale letale. Una tragedia. Prima di tutto, per mamma Sabrina e papà Franco, che ora, però, nel ricordo del figlio stanno trasformando in un progetto umanitario utte le energie trasmesse da Matteo.