Diano Marina senz’acqua, il sindaco Chiappori: “Sindaci parafulmini dello Stato con le mani legate”

24 agosto 2015 | 16:27
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Diano Marina senz’acqua, il sindaco Chiappori: “Sindaci parafulmini dello Stato con le mani legate”

Impedito al Comune di spendere soldi per realizzare un bypass tra Diano e Imperia

Diano Marina. Da questa mattina all’alba Diano Marina e buona parte del comprensorio è a secco: ko ristoranti, bar, stabilimenti e anche alcune strutture alberghiere. Tutto questo per la rottura della tubazione dell’acquedotto alla Galeazza, al confine con l’Incompiuta.

Piovono lamentele sul Comune, ma il sindaco Giacomo Chiappori risponde pacificamente: “Noi parafulmini dello Stato. Ci hanno bloccato il patto di stabilità. Diano Marina è un  Comune virtuoso. Ha 8 milioni di euro in cassa, ma non può spendere un centesimo perché abbiamo i cani da guardia che ci controllano”.

Che cosa avrebbe fatto diversamente sindaco? “Nel 2011 avevamo l’opportunità di allacciare le condotte della fognatura a Imperia – risponde Chiappori- Contestualmente avremmo potuto anche sistemare delle condotte e quindi realizzare un bypass. I problemi di oggi sarebbero stati meno gravi”.

E adesso? “Adesso restiamo a guardare e non possiamo muovere un dito. Abbiamo le mani legate. Ci sono i soldi e nessuno li può spendere: le tubature saltano e non puoi intervenire anche perché la competenza ora è di Riviera Acqua che associa i 67 Comuni provinciali”.

Ma ci sono altre situazioni che preoccupano il sindaco leghista. “Si avvicina la stagione delle piogge. Ci sono tre fiumi e torrenti da pulire: il Varcavello, il San Pietro e il Pineta. Non voglio certamente vedere Diano Marina sott’acqua e quindi è necessario che la Regione autorizzi interventi idraulici che prevedono la sistemazione dei corsi d’acqua. Ci vogliono soldi e quelli li abbiamo, ci vogliono autorizzazioni e devono arrivare dalla Regione e ci vuole un punto dove conferire la ghiaia e quella è stata individuata sotto l’Incompiuta nei pressi di Capo Berta. Però dobbiamo fare in fretta. Non possiamo restare impassibili davanti ad un problema che si ripete con cadenza annuale”.

E a questo punto? “Andremo a bussare alle porte della Regione. Toti ci autorizzi a muovere operai e ruspe al più presto perché ieri ci sono state le prime avvisaglie del brutto tempo, ma tra qualche mese potremmo anche trovarci ad affrontare un’emergenza e restare a guardare per colpa della burocrazia e noi non intendiamo più essere dei parafulmini dello Stato”.