Dalle due alle quattroruote: dalla biga alla Testarossa

Perchè come diceva D’Annunzio, l’auto è femmina

L’automobile, già pochi anni dopo la sua nascita, segnò cambiamenti epocali a livello mondiale e divenne protagonista incontrastata della cultura del suo tempo, trovando espressione in diverse forme artistiche. Insieme a lei – perchè come diceva D’Annunzio, l’auto è femmina – cambiarono i concetti di velocità, viaggio e anche di libertà. A tutta birra, con la potenza di molti cavalli, si poteva finalmente sfrecciare on the road, liberi di raggiungere altre mete e fuggire in un baleno, con il vento tra i capelli ed il piede sull’acceleratore, celebrando il mito del progresso e forse dell’autodeterminazione. Molti infatti sono i musei dedicati all’automobile, moderni templi che ci fanno rivivere la storia, il mito e le leggende della quattroruote, divinità pancosmica, figlia dello sviluppo tecnologico e dell’anelito all’ebbrezza.

Ben prima che il moderno mezzo di locomozione per eccellenza facesse la sua comparsa sulla faccia della terra e conquistasse le strade del globo, circa 5 mila anni prima che il tedesco Karl Benz progettasse il primo prototipo di veicolo moderno su ruote, la Benz Velociped, in quella regione che viene comunemente chiamata la Mezzaluna Fertile i sumeri progettarono uno strumento che riuscirà a far girare il mondo, dando l’avvio ad una svolta epocale nella storia della locomozione e dei trasporti: la ruota. Per diversi millenni le ruote continuarono ad essere realizzate in legno ed utilizzate da diverse civilità dell’antichità, soprattutto nella variante del carro dotato di quattroruote, adibito al trasporto di persone e beni. Saranno tuttavia i romani a rendere popolare il primo mezzo di locomozione biposto a due ruote: la biga, un carro da combattimento, trainato da due o quattro cavalli. Mentre la popolarità della biga andò scemando in concomitanza al tramonto dell’impero romano, il carro dotato di due e poi di quattroruote, trainato da cavalli, rimase per molti secoli il mezzo di trasporto prediletto.

Per vedere tuttavia l’antesignano di quello che diventò il mezzo di trasporto più usato nel mondo a partire dagli anni 60’, la macchina, bisogna tuttavia attendere il diciannovesimo secolo, con lo sviluppo della costruzione della locomozione alimentata a vapore, tramite batterie, poi a gasolio ed infine a benzina. In questa linea del tempo motoristica infatti fu uno scozzese (Robert Anderson) a progettare il primo veicolo elettrico, mentre i natali dell’auto moderna si collocano su suolo germanico. Nikolaus Otto inventò il motore a 4 tempi, Gottlieb Daimler lo adattò, rendendolo più leggero, mentre Rudolph Diesel lo rivisitò, creandone una versione alimentata appunto a gasolio e brevettando il motore diesel. E sempre al genio tedesco, a Karl Benz, va ascritto il primo prototipo di auto contemporanea.

Dulcis in fundo però, se i primati della tecnica spettano alla Germania, quelli del design, dell’estetica e dell’inventiva e della velocità su quattroruote vanno all’Italia. La fiammante Ferrari testa rossa di Pininfarina è infatti una delle vetture più conosciute ed ammirate nel mondo, oltre ad essere uno dei simboli per eccellenza del made in Italy.