Aspra battaglia nel “corto”: il pallonetto a Tavole è protagonista
Il 22 e il 23 agosto
Diano Castello. Primo memorial Carletto Simoni di pallonetto o “baletta” a Tavole. La capitale sferistica dell’alta val Prino si conferma santuario dei giochi di palla, in un anno sabbatico della pallapugno, con la squadra locale di fatto in partenariato con un’altra capitale storica della pallapugno nostrana come Diano Castello.
E così a fine agosto si svolge immancabilmente il rito del gioco popolare al corto, il pallonetto. Ormai appuntamento fisso, con l’ottima organizzazione degli amici di Tavole, tra cui il popolare Gianfranco Miotti in testa. Il rito, perché di ritualità si tratta, quasi di goethiana memoria, si svolge nella canea di pietra della piazza di fronte alla chiesa. Sferisterio storico, tale da incutere anche timore reverenziale.
Non sarà il “miedo escenico” del Santiago Bernabeu per i calciatori, ma non è cosa da poco spellarsi le mani su quei muri e quegli intonaci dove ha provato e riprovato a diventar campione un Franco Balestra, riuscendovi tra l’altro fino all’immortalità.
Il torneo si dipana tra il 22 ed il 23 agosto. Giorni tribolati anche a livello meteorologico, di una estate bollente in cui anche la pioggia, la prima dopo mesi, cade con fatica e disturba più che aiutare la campagna riarsa. Per fortuna, il bar è vicino.
Quattordici squadre al via e giovani, ancora, a segnare i tempi di una recupero del gioco che fa piacere e promette a livello non solamente locale. E già, perché la squadra di Chiusavecchia nel frattempo si gioca anche il campionato nazionale in quel di Vallico, in Lucchesia.
Il pallonetto imperiese è dunque impegnato su più fronti ed allarga i suoi orizzonti. La prima fase del torneo è vista da tutti molto accesa. Bello e tormentato il girone di domenica mattina, con le due squadre di Pontedassio a maramaldeggiare.
Sarà quella di Dulbecco, con l’esperto Michelis, a primeggiare. Rimane dietro anche la terna di Matteo Martini, galvanizzato dalla nascita del secondogenito. Ma i destini seguenti saranno diversi. Grande battaglia anche nei quarti, dove si piazzano terne valligiane, non solitamente presenti nella compagnia di giro della “baletta”: ecco Valloria, ecco Tavole ed ancora un corifeo locale “Mu” Aretti.
Però però, non ce la fanno. Vengono fuori i valori tecnici di battitori esperti. Qui la battuta conta moltissimo, deve essere chirurgica, misurata, imbucarsi.
E non sempre i terzini migliori hanno poi soverchia fortuna. Dulbecco soccombe di fronte a Moltedo che gioca con doppia formazione: Claudio Semeria resta un airone in battuta e ribattuta, i terzini cambiano dagli storici Silvano Anfossi e Paolo Somà agli altrettanto esperti Claudio Merlo (grande reattività in vista) e Giorgio Cherchi.
Avanzano anche un ispirato Chiapello, griffato e coadiuvato dall’assicuratore Piero Saglietto e con un Giulio Semeria sempre più tonico e poi ancora Martini ed i “tre tenori”, Acquarone, Ernesto Chicco Giudice, enfant du pays ed un corrosivo Marco Sasso. Interessanti le semifinali: in ogni caso è Semeria a giocare forte nella prima e per Chiapello, subito sotto per 3-0, c’è difficoltà a risalire, nonostante i consueti colpi e l’eleganza innata.
La seconda semifinale è ancora più avvincente. Matteo Martini ha di fronte tre volponi, con Acquarone dirimpettaio. L’alfiere di Pontedassio va sul 3-0. Però davanti c’è chi non molla mai, svaria la battuta ed aggredisce ogni pallone. Non è facile, si va alla rimonta ed alcune decisioni arbitrali sono difficili, ma sbrogliate non senza difficoltà dall’autorevole arbitro Miotti. Alla fine Acquarone e soci devono arrendersi e Martini, con Vinai e Macrì, va in finale.
Qui incontra Moltedo, con il buon Semeria atteso dalla prova dello scambio con un Martini che è parso costante ed insidioso ad ogni pallone. Semeria parte cauto, cercando le cacce e vivendo di esperienza. Martini non sempre ha la palla da fiondare, ma bisogna dire che anche i suoi terzini aiutano: il neofita Macrì fida nella prontezza di riflessi. Marco “Vinny” Vinai al muro in ribattuta profitta del suo sinistro proibito e dipinge pennellate che creano problemi ai terzini avversari.
Di fronte in prima linea, Cherchi gioca con l’abituale serafica abilità e Merlo deborda con un fisico monumentale e colpi di riflesso. Sicuramente in crescita rispetto alla precedente stagione.
In ogni caso i palloni più veloci e pressati di Martini alla fine hanno la meglio. Sarà 5 a 2 per il gruppo a guida pontedassina, fra l’entusiasmo di un pubblico di grande competenza che ha seguito tutto il torneo.
Competizione peraltro allietata da cena al ristorante locale e da pinte di birra prontamente distribuite. Rilevante anche l’egida dello sponsor unico “Robe di Kappa”, altra grande azienda che si accorge del mondo pulito, rurale, vitale, dei giochi di strada.
E ora appuntamento inatteso, il 29 e 30 agosto, in cima al Parasio di Porto Maurizio. Il pallonetto torna dentro la città, la grande città, con una prova al corto di grande fascino, il primo memorial Vincenzo Raineri.