“We are not going back”, l’inno dei migranti di Ponte San Ludovico

23 luglio 2015 | 10:18
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“We are not going back”, l’inno dei migranti di Ponte San Ludovico

“Ne faremo una can­zone, una sto­ria da rac­con­tare che quest’estate por­terà Ven­ti­mi­glia in tournée”

Ventimiglia. E’ stato inventato da un profugo somalo di 16 anni, il nuovo inno o canto libero dei migranti “irriducibili” di Ponte San Ludovico. “We are not going back” (non torneremo indietro) questo è il titolo della canzone simbolo di lotta contro chi ha tirato su un invisibile muro da più di un mese, con i migranti fermi alla frontiera italo-francese.

Ebbene saranno i Tetes de Bois a musicare questo ritornello di libertà e il cantante del gruppo Andrea Satta in un’intervista al quotidiano “Il Manifesto” ha spiegato che l’avevano pen­sata solo “come una suo­nata per voce e fisar­mo­nica da tenere sugli sco­gli per accom­pa­gnare la spe­di­zione di der­rate ali­men­tari”. Poi l’intuizione: “È un mes­sag­gio di spe­ranza e bat­ta­glia che abbiamo voluto ripren­dere per­ché come arti­sti abbiamo il dovere di farlo cono­scere e por­tare in giro per il mondo. Ne faremo una can­zone, una sto­ria da rac­con­tare che quest’estate por­terà Ven­ti­mi­glia in tournée”.

A Ventimiglia sono giunti grazie a Vauro e sulla loro pagina Facebook i Tetes de Bois raccontano: “Noi Tetes andiamo a vedere il concerto di Bella Ciao a Roma. A metà concerto si fa un po’ di luce in platea e fra me (Andrea) e Angelo c’era seduto proprio Vauro con la moglie: “Ma come, siete qua? – ci fa ridendo – venite con me a Ventimiglia a trovare i migranti che stanno sugli scogli?”. Fatto. Bellissimo.”