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Villa Ninina di Scajola, si apre un nuovo filone processuale

2 luglio 2015 | 10:30
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Villa Ninina di Scajola, si apre un nuovo filone processuale
Villa Ninina di Scajola, si apre un nuovo filone processuale
Villa Ninina di Scajola, si apre un nuovo filone processuale
Villa Ninina di Scajola, si apre un nuovo filone processuale
Villa Ninina di Scajola, si apre un nuovo filone processuale
Villa Ninina di Scajola, si apre un nuovo filone processuale

Nel mirino, come filone principale, restano sempre quei 2 milioni e 100 mila euro per ristrutturare la dimora imperiese

Imperia. E sui fatti nuovi contestati dal pm Alessandro Bogliolo, con una nuova memoria difensiva depositata, che si é dibattuto oggi in aula a Imperia per il processo a Claudio Scajola. Si apre dunque un nuovo filone processuale con nuove udienze e nuovi testi da citare. In aula sfileranno i periti della Procura

In particolare il pm Alessandro Bogliolo ha puntato il mirino sull’impianto fotovoltaico, sul campetto da calcio con spogliatoi e sulla viabilità all’interno della villa.

L’udienza di questa mattina é stata quindi aggiornata all’8 settembre con il deposito delle liste testi entro il primo settembre. Altre udienze sono state messe in calendario l’11 dicembre e il 5 febbraio.

Nel mirino della Procura, come filone principale, restano sempre quei due milioni e 100 mila euro per ristrutturare Villa Ninina, la dimora dell’ex ministro in via Diano Calderina.

Sono stati spesi da Scajola e incassati dall’impresa Arco. Operazione che secondo il pm Alessandro Bogliolo nasconderebbe un “finanziamento illecito ai partiti”.

Quello instradato oggi, invece, é dovuto al fatto che il pubblico ministero, ha cambiato il capo di imputazione e i difensori avevano chiesto tempo per studiare le carte.

Un processo che ha preso le mosse nei mesi scorsi dopo che la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio di Scajola e dei responsabili dell’impresa che aveva eseguito i lavori.

Scajola aveva fatto realizzare nel suo terreno un campetto da calcio con annessi locali (interrati) a uso spogliatoio, docce e servizi igienici. Un intervento che era stato effettuato dall’impresa del geometra Gianfranco Gaggero, ex vicesindaco. Per quell’intervento non vi erano le necessarie autorizzazioni.

Così, per ottenere la sanatoria, le violazioni delle procedure urbanistiche all’ex ministro erano costate 5.288 euro.