Sanremo Attiva al lavoro (volontario) per pulire una discarica abusiva a Coldirodi

20 luglio 2015 | 15:06
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Sanremo Attiva al lavoro (volontario) per pulire una discarica abusiva a Coldirodi
Sanremo Attiva al lavoro (volontario) per pulire una discarica abusiva a Coldirodi
Sanremo Attiva al lavoro (volontario) per pulire una discarica abusiva a Coldirodi
Sanremo Attiva al lavoro (volontario) per pulire una discarica abusiva a Coldirodi
Sanremo Attiva al lavoro (volontario) per pulire una discarica abusiva a Coldirodi

Ci sembra difficile – anche se desiderabile – collocare telecamere nei punti critici ormai divenuti tradizionali sede di discariche abusive

Sanremo. Come già riportato dalla stampa, sabato scorso un gruppo di iscritti al movimento “Sanremo Attiva”  ha dedicato alla città una mattinata di lavoro volontario e gratuito per raccogliere i rifiuti di una discarica abusiva poco fuori  l’abitato di Coldirodi lungo Strada Monte Ortigara, la vecchia strada militare per San Romolo. In poco più di due ore è stato riempito il cassone di un autocarro con oggetti di ogni tipo, tra cui un televisore e un vecchio motociclo “Motom”, da cui era stato prudenzialmente abraso il numero di telaio.

Lungo la scarpata che termina nel torrente Rio Massè, sotto una fitta vegetazione, giacciono ancora sei motorini e una lavatrice, per citare gli oggetti ingombranti, oltre vario materiale tra cui calcinacci e lastre di Eternit composte, come è noto, di amianto.

Ora, è chiaro che soltanto un’azione sistematica di educazione civica che parta dai bambini degli Asili, potrà portare ad elevare il livello medio di civiltà della popolazione in un medio-lungo periodo.Non sappiamo se tale azione venga condotta con l’opportuna efficacia ma il Comune potrebbe accertarsene  e collaborare con gli insegnanti per potenziarla e, soprattutto, fare in modo che i bambini, a loro volta,  la trasmettano ai genitori.

E’ altrettanto  chiaro che non è facile identificare i responsabili  di tali comportamenti.  Sono comunque decine i verbali amministrativi redatti dalle Guardie Forestali, pur ridottissime di numero, o le notizie di reato che le stesse trasmettono ai  Comuni e alle Procure, con tanto di nomi e cognomi.  La situazione di Strada Monte Ortigara, peraltro,  dimostra che le procedure non giungono alla loro naturale conclusione, cioè il ripristino dello stato dei luoghi o direttamente, a cura del contravventore, o  in caso di inerzia, a cura del Comune, con diritto di rivalersi  sul cittadino incivile.

Sempre lungo Strada Monte Ortigara giace da parecchio tempo una discarica di calcinacci (il cosiddetto “zetto”) evidentemente proveniente da qualche demolizione edilizia.

Ci sembra difficile – anche se desiderabile –  collocare telecamere nei punti critici ormai divenuti tradizionali sede di discariche abusive, ma, dal canto suo il Comune potrebbe:

  1. Accertare con rigore che si ripristini lo stato dei luoghi.
  2. Collocare adeguati cartelli riportanti, ovviamente, il divieto di abbandono di rifiuti con relative sanzioni amministrative e penali, e l’avviso che funzionano GRATUITAMENTE  le discariche comunali che eviterebbero, ai poveretti che non lo sanno, di doversi  furtivamente “camallare” fino a Monte Bignone, frigoriferi o lavatrici di cui liberarsi.
  3. Pubblicare sui giornali i provvedimenti di condanna  con nomi e cognomi  dei colpevoli.  Forse questo non sarà tecnicamente possibile per gli illeciti amministrativi ma, per i reati penali,  tale pena accessoria può essere comminata dal giudice.
  4. Quando si tratta di ditte, spesso imprese edili, inserirle in una “lista nera” che vieti, per un certo tempo, di partecipare a gare pubbliche.

Sarebbe comunque  interessante sapere dal Comune, dalla Provincia e dall’Autorità Giudiziaria quanti procedimenti si sono conclusi positivamente, che vuol dire: pagamento della sanzione pecuniaria o condanna penale definitiva e  ripristino dello stato dei luoghi.