Nella logica della grazia non c’è motivo di disperare, la storia documenta fatti di imprevedibili e impensabili conversioni
E’ necessario superare il sentimento di di paura e cercare segni e motivi di speranza
“Il mondo è tenuto insieme da vincoli d’amore e dedizione. La storia non registra i quotidiani episodi d’amore e dedizione. Registra solo quelli di conflitto e guerra. Gli atti d’amore e generosità sono molto più frequenti dei conflitti e delle dispute”. Questa affermazione di un grande personaggio, Gandhi, è una constatazione che troppe volte siamo incapaci di fare, colpiti negativamente da violenze, ingiustizie, genocidi perpetrati sul nostro pianeta.
E’ necessario superare il sentimento di sbigottimento, di paura per l’impotenza di fronte a questo quadro fosco e cercare segni e motivi di speranza, considerato che, come afferma Tommaso da Kempis: “Le avversità non rendono l’uomo debole ma mostrano la forza che ha”.
Una forza e una ricchezza donate: “Dio si presenta e si dona agli uomini con una realtà e una ricchezza molto diversa, a seconda della fede, della fedeltà, della purezza che trova in ciascuno”.(Pierre Teilhard de Chardin).
Nella logica della grazia non c’è motivo di disperare, la storia documenta fatti di imprevedibili e impensabili conversioni, per cui è assolutamente vero quanto afferma un Anonimo: “Non giudicare le persone dai loro errori, ma dalla loro voglia di rimediare”.
In altri termini non dare tutto per scontato e irrimediabile, perché non è mai preclusa la possibilità di un cambiamento, che può essere favorito dall’impegno di coloro che hanno a cuore il bene dei singoli e della società.
In un incontro con gli operatori delle Pontificie Opere Missionarie, Papa Francesco ha detto: “La Chiesa, missionaria per sua natura, ha come prerogativa fondamentale il servizio della carità a tutti. La fraternità e la solidarietà universale sono connaturali alla sua vita e alla sua missione nel mondo e per il mondo” e in un’altra occasione ricordava: “Il nostro obiettivo non è solo quello di “formare individui utili alla società”, ma educare persone che la possano trasformare!”
(di Don Giacomo Simonetti)