Morte di Mauro Feola c’è un’inchiesta, la Capitaneria indaga sui soccorsi
Il sostituto procuratore Paola Marrali ha disposto l’autopsia sulla salma dell’imprenditore
Imperia. E’ stato un sottufficiale della Capitaneria di Porto a lanciarsi in acqua per primo seguito da due bagnanti per soccorrere Mauro Feola, l’imprenditore cinquantenne, morto annegato ieri pomeriggio a Oneglia.
Una volta che il sottufficiale ha raggiunto Feola, in balia delle onde, da riva gli hanno lanciato una ciambella per concludere il salvataggio. Un soccorso però inutile perché l’uomo era ormai deceduto.
La Capitaneria di Porto, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di Imperia Paola Marrali, sta ricostruendo tutte le fasi concitate dell’emergenza: dal momento del tuffo in mare del figlio di Feola, un quattordicenne, a quello del soccorso del padre e quindi alle procedure di salvataggio che appunto hanno visto impegnato un sottufficiale della guardia costiera che in quel momento non era in servizio, ma che ha notato un uomo in balia delle onde e senza esitazione si è tuffato per raggiungerlo. L’inchiesta è aperta.
Feola si è precipitato, cercando anche di lanciare un salvagente al figlio, ma è stato sommerso da un paio di cavalloni che lo hanno trascinato sotto e portato al largo. Non è più riuscito ad aver ragione della forza del mare e dalla riva i testimoni lo hanno visto sparire tra i flutti e riemergere più volte.
C’è poi l’aspetto della bandiera rossa che ieri era issata perché il mare era agitato tanto che, sempre nella giornata di ieri, alla centrale operativa della guardia costiera sono arrivate decine di altre segnalazioni per bagnanti e surfisti in difficoltà tra Riva Ligure e il Golfo Dianese.
Con la bandiera rossa alzata il bagnino, di norma, non dovrebbe esimersi dal prestare soccorso al bagnante in difficoltà. E pure questo è un aspetto che, nel caso di Feola, dovrà essere approfondito dalla squadra di polizia giudiziaria della Capitaneria di Porto imperiese. Tra l’altro a causa del mare grosso, pare che i bagnini fossero già impegnati per recuperare altri bagnanti che si trovavano in difficoltà.
La salma dell’imprenditore è ora a disposizione della magistratura che ha disposto l’autopsia.