Tragica estate |
Cronaca
/
Imperia
/

Morte di Mauro Feola, indagati i bagnini del Papeete di Imperia

27 luglio 2015 | 11:42
Share0
Morte di Mauro Feola, indagati i bagnini del Papeete di Imperia
Morte di Mauro Feola, indagati i bagnini del Papeete di Imperia
Morte di Mauro Feola, indagati i bagnini del Papeete di Imperia

Atto dovuto per poter permettere alla magistratura di disporre l’autopsia

Imperia. Aldo De Notaris classe 1950 nato a Imperia e Caterina Pandolfi classe 1996 nata a Como, i bagnini del Papeete Beach, sono stati indagati di concorso in omicidio colposo. Stamattina poco prima delle 11 si sono presentati due uomini della squadra di polizia giudiziaria inviati dal pm Paola Marrali per notificare l’atto della magistratura.

Atto dovuto, va chiarito subito, per consentire di poter eseguire l’autopsia e capire come é morto Mauro Feola, l’imprenditore deceduto per salvare il figlio Alessandro in difficoltá in mare al Pennello di Oneglia. Pertanto i due bagnini sono difesi dall’avvocato Erminio Annoni.

“Abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare – spiega Antonio Pandolfi che gestisce la spiaggia di Oneglia – non é vero che siamo rimasti a guardare. C’erano onde altissime per una libecciata che ha eroso anche la spiaggia. Quando é successo il dramma eravamo in cinque impegnati nei soccorsi. Io, Aldo, Caterina e due bagnanti. Abbiamo lanciato la ciambella di salvataggio e la cima per recuperare il bagnante che continuava ad essere in balia delle onde e spinto dalla corrente ormai incosciente con la testa riversa in acqua. Le procedure di soccorso quindi sono state seguite alla lettera. Le condizioni del mare erano proibitive e la stessa capitaneria ha girato un filmato proprio per documentare quello che tutti hanno visto”.

Il mare sabato pomeriggio era davvero agitato. Giá due ore prima della tragedia proprio Aldo De Notaris e Caterina Pandolfi hanno richiamato a riva i bagnanti e la bandiera rossa era issata da un pezzo. Il figlio di Feola, Alessandro, si era tuffato in mare per nuotare tra le onde. Assai pericoloso perché ad un certo punto il padre Mauro ha capito che era in difficoltá e si é lanciato in mare e lui stesso é stato inghiottito da quei cavalloni alti e pericolosi.

“Dispiace per quello che é successo – attacca Marco Cuppari, responsabile locale della Societá Nazionale di Salvamento di Imperia – Ho incontrato Caterina e Aldo per testimoniare la nostra vicinanza, ma é anche importante ribadire un concetto: al Papeete i bagnini ci sono, ma verso ponente ci sono 500 metri di litorale che non sono sorvegliati. Forse il Comune, responsabile per il Demanio, dovrebbe capire che anche nelle spiagge libere é necessaria la presenza di un bagnino. Al Pennello non c’é sorveglianza ed é da lí che Alessandro prima e Mauro dopo si sono tuffati. Se ci fosse stato un bagnino, di certo, lo avrebbe sconsigliato”.

Bandiera rossa alzata, non un divieto, ma un consiglio lanciato ai bagnanti. “Ci vorrebbe una legge – dice Cuppari – Chi viola quella indicazione va punito perché mettere in serio pericolo sia la sua incolumitá che quella dei bagnini e di tragedie, ogni estate, ne contiamo davvero troppe. E’ ora che la Capitaneria, all’inizio della stagione, convochi i bagnini e non i balneari per organizzare le procedure e i dispositivi in caso di emergenza. Ciò non succede mai. Ma ora lo chiederemo con forza per evitare altre tragedie come quella di sabato scorso”.

Nel pomeriggio si effettuerà l’autopsia sul cadavere di Mauro Feola.