L’addio a Mauro Feola, il parroco Minasso: “Un macigno che opprime il cuore”

29 luglio 2015 | 10:59
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L’addio a Mauro Feola, il parroco Minasso: “Un macigno che opprime il cuore”
L’addio a Mauro Feola, il parroco Minasso: “Un macigno che opprime il cuore”
L’addio a Mauro Feola, il parroco Minasso: “Un macigno che opprime il cuore”
L’addio a Mauro Feola, il parroco Minasso: “Un macigno che opprime il cuore”
L’addio a Mauro Feola, il parroco Minasso: “Un macigno che opprime il cuore”

Feola, d’altronde non era una persona qualunque. Era un animatore e figura importante dei “Goliardi Dianesi”

Diano Marina. Qualcuno lo ha definito un eroe perché con la sua vita ha salvato quella del figlio lanciandosi in mare per soccorrerlo quando era in difficoltà lungo la scogliera del Pennello a Oneglia. Ma oggi, alle esequie, è stato ricordato come un uomo semplice che amava la vita ed era innamorato della sua gente e del suo territorio che voleva valorizzare con le sue idee e l’impegno profuso in tanti anni insieme agli amici.
Mauro Feola, l’imprenditore morto annegato sabato sera tra il Pennello e il Papeete Beach, era un personaggio amato  e stimato da molti. Lo hanno dimostrato oggi gli amici e le persone legatissime alla sua famiglia che hanno partecipato alle esequie celebrate nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate di Diano Marina. Alle esequie c’era il sindaco Giacomo Chiappori, il suo vice Za Garibaldi, ma anche Bregolin, altri assessori e consiglieri quindi il comandante dei vigili Daniela Bozzano. C’erano soprattutto i Goliardi Dianesi che hanno portato in spalle il feretro di Feola.

Che fosse conosciuto lo ha ricordato anche il celebrante, il parroco don Gianfranco Minasso: “Si è fatto buio in questa chiesa e anche dentro di noi. Vi troviamo a testa bassa. Mi sento incapace di parlare e le parole danno fastidio. Non voglio appesantire l’angoscia dei familiari privati di una parte della loro stessa vita. Un macigno che opprime il cuore degli amici con i quali ha condiviso tanti momenti di allegria e così pure dei suoi compagni di scuola. Siamo tutti sgomenti per lui. Si alza il grido del dolore perché siamo costretti a misurarci con qualcosa di più grande di noi. È una sofferenza grande. Non ci resta altro allora che unirci in questo abbraccio, in questa presenza viva e silenziosa. Non è però proibito chiedere aiuto e pietà. Ma non siamo soli perché Gesú non ci abbandona. Ci raccogliamo allora nella preghiera per evitare di precipitare in questo dolore. Affidiamo Mauro alla misericordia di Dio. Umilmente invochiamo la Madonna del Carmine. Non lasciarli soli nel sentiero precario della vita accompagnali verso la speranza della Pasqua”.

Feola, d’altronde non era una persona qualunque. Era un animatore e figura importante dei “Goliardi Dianesi”. Insieme ai suoi collaboratori aveva ideato e promosso manifestazioni importanti come la “Vascup” o “Imperiapolis”, le foto di quei due eventi hanno fatto il giro del mondo. E oggi c’erano davvero tutti a rendergli un doveroso omaggio per quanto ha fatto per Diano Marina, ma anche per Imperia. Lo hanno ricordato dall’altare e quindi hanno cantato all’uscita del feretro.

Nel frattempo prosegue anche l’inchiesta della magistratura. Al momento il pm Paola Marrali ha indagato i due bagnini Aldo De Notaris, 65 anni, storico bagnino di Imperia e Caterina Pandolfi, 19 anni, originaria di Como, figlia dell’attuale gestore del Papeete Beach, Antonio Pandolfi. Devono rispondere di concorso in omicidio colposo e omissione di soccorso. A difendere la loro posizione è l’avvocato Erminio Annoni. Una difesa che si basa sulla testimonianza di chi si trovava in spiaggia quel tragico sabato pomeriggio. Antonio Pandolfi lo ha ripetuto lunedì scorso: “Tutto quello che era possibile fare è stato fatto. E’ ingiusto sostenere che nessun operatore del Papeete non è intervenuto nella gestione dell’emergenza”.