Imperiese prigioniero nell’incendio di Roma Fiumicino

31 luglio 2015 | 06:43
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Imperiese prigioniero nell’incendio di Roma Fiumicino

Imperia. C’era anche Luca Voarino, 45 anni, imperiese, tra i passeggeri prigionieri a Fiumicino che ha lasciato a terra migliaia di passeggeri in attesa di essere imbarcati e partire per diverse destinazioni.

“Mi trovavo a Roma per lavoro in attesa di partire per Amsterdam con un amico quando ci siamo ritrovati prigionieri dentro l’aeroporto – racconta – Eravamo insieme ad altri passeggeri esasperati dall’attesa e dalla mancanza di notizie inveiscono contro i poveri addetti di Alitalia, che sembravano saperne quanto i viaggiatori.

“Ho visto molti viaggiatori che hanno dormito a terra tra le valigie e altri che aspettavano di salire sul proprio aereo da ore ormai. La tensione è anche salita alla biglietteria della Vueling: alcuni passeggeri hanno assediato la postazione in cerca di spiegazioni per i continui ritardi. Per riportare la calma tra i passeggeri sono intervenuti carabinieri e Finanza”, racconta ancora l’imperiese.

Il caso più evidente è di un volo che doveva partire mercoledì alle 21.40 e che è programmato alle 10. Ma ci sono diversi voli che hanno accusato ritardi, che oscillavano da una a tre ore, tra cui quelli diretti a Milano Linate, Bologna, Stoccarda,  Marsiglia, Cagliari, Amsterdam, Napoli.

Per alleviare i disagi porta bottiglie d’acqua, biscotti e salatini. Alcuni viaggiatori più “esperti” fanno avvicinare le famiglie con i bambini all’ingresso.

“Eravamo tutti spaesati, in cerca di informazioni che tardavano ad arrivare e che il personale di terra dell’Alitalia non è stato in grado di dare. I tabelloni con gli orari e i gate sono stati presi d’assalto alla ricerca di notizie, mai positive durante l’emergenza. I voli in partenza alle 20 sono stati tutti rinviati di 3-4 ore e alcuni cancellati direttamente. Alla fine siamo riusciti a decollare il giorno dopo, ma che odissea. Quell’incendio che si vedeva dalle finestre a occhio nudo per quattro ore l’hanno chiamato “inconveniente tecnico“, conclude Luca Voarino.