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Il Cieco di Gerico – Accanto ai malati con sapienza e saggezza

28 luglio 2015 | 11:07
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Il Cieco di Gerico – Accanto ai malati con sapienza e saggezza

Come interviene la Chiesa? Attraverso i propri ministri e attraverso numerose Associazioni Cattoliche presenti in Diocesi

Ho lavorato in ospedale, e tutt’oggi svolgo un’attività a contatto con i malati; ho incontrato ogni genere di sofferenze. Proprio per lo specifico del mio ruolo, mi sono reso conto che non si può separare il malato dalla famiglia: quando c’è una malattia grave, è tutta la famiglia che si ammala. La famiglia è simile ad un organismo: se mi taglio un dito, tutto il corpo soffre. Per questo motivo, con questa puntata, vorrei focalizzare l’attenzione sulla famiglia nella situazione di malattia.

La cura del malato a domicilio è oggi impossibile in assenza di un adeguato supporto alla famiglia. Ma i disastri emotivi e relazionali che quotidianamente “vedo”, mi fanno riflettere sulla necessità di favorire un’alleanza assistenziale, per prendersi cura “di chi si prende cura”. Troppo spesso la famiglia vive un vero dramma quando è lasciata sola.

Ho letto in internet i dati di una ricerca del Censis sulle famiglie con un malato di alzheimer che riporto in sunto per esprimere le dimensioni dell’impegno familiare: mediamente 6 ore giornaliere di assistenza diretta e 7 ore di sorveglianza, nonostante si ricorra ad una badante. Conseguenze fisiche per chi assiste: perdita di ore di sonno, vita sociale compromessa, stress mentale posso danneggiare seriamente la qualità della vita. Si consideri pure che il carico assistenziale è demandato in genere alle donne che devono accudire anche alla propria famiglia con relativi figli. Spesso devono lasciare il lavoro, con un ulteriore impatto economico. E spesso sorgono fratture tra fratelli e sorelle di chi assiste il malato: conflitti, gelosie, rancori, pretese, risentimenti….

Come interviene la Chiesa? Attraverso i propri ministri e attraverso numerose Associazioni Cattoliche presenti in Diocesi, le quali operano secondo statuti propri, ma in armonia e con il coordinamento dell’Ufficio Pastorale per la Salute. Le attività promosse a beneficio di malati e familiari sono infatti esaminate nell’ambito di incontri della Consulta, della quale tali associazioni fanno parte.

Capitano situazioni nelle quali la famiglia non sa a chi fare riferimento, e possono contare sollo sulla badante o sulla generosità di una vicina di casa… Lo Stato è incapace di far fronte a tale situazione, per cui desumo che alla Chiesa si presenterà ancora la sfida di essere in prima linea nella cura, e nel prendersi cura, degli ammalati.

Voglio però concludere con un’immagine di speranza:

Mario era ormai morente; vicino a lui la moglie, i figli, i nipoti. Appeso al muro, sotto il suo sguardo, c’è un grande collage di foto di tutti i famigliari, anche quelli lontani che non possono essere lì. Sembra quasi che facciano il tifo per lui, che lo sostengano nella sua ultima battaglia. Nella stanza c’è pace, le lacrime scorrono con dolcezza, le mani si intrecciano, la preghiera sgorga sommessa.

Sembra una scena di altri tempi, ma dobbiamo impegnarci per far sì che sia ancora possibile!

(di Henricus Otten)