Due dipendenti dell’Asl Imperiese individuate e denunciate per truffa dalla Guardia di Finanza

30 luglio 2015 | 09:56
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Due dipendenti dell’Asl Imperiese individuate e denunciate per truffa dalla Guardia di Finanza

Responsabili di essersi recate in vacanza con la “copertura” di aiutare familiari che necessitavano di assistenza

Imperia. I militari della Compagnia di Imperia, nell’ambito di mirati servizi a tutela della spesa pubblica nazionale, hanno individuato e denunciato due dipendenti della locale Asl responsabili di essersi recate in vacanza con la “copertura” di aiutare familiari che necessitavano di assistenza.

L’attività condotta ha consentito di appurare come, nel corso degli anni 2012 e 2014, le due lavoratrici abbiano effettuato dei lunghi periodi di vacanza usufruendo, in luogo delle ordinarie ferie, di specifiche assenze dal lavoro, previste dalla legge per assistere familiari con patologie invalidanti.

Ciò in base a quanto disposto dalla ormai nota Legge 104 del 1992, e successive modificazioni ed integrazioni, che disciplina tali casistiche, specie “qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione”.

I successivi accertamenti, hanno consentito di appurare come, non ottemperando alle disposizioni, le dipendenti Asl si siano recate in vacanza in Stati Esteri, talvolta in altri continenti, per considerevoli periodi di tempo e per motivazioni di carattere personale e sentimentale.

Il tutto, talvolta, avveniva anche con dovizia di particolari, pubblicando aggiornamenti sui profili ‘facebook”.

All’esito, quindi, delle operazioni svolte è stato accertato che l’Asl, ignara delle reali modalità di percezione del beneficio, ha concesso dei periodi di congedo retribuito alle dipendenti che ne hanno fatto indebita richiesta, continuando a corrispondere stipendi per 25 mila euro circa.

I responsabili sono stati deferiti alla locale Autorità Giudiziaria per violazione dell’art. 640 comma 2 n.1 del codice penale, che prevede la reclusione fino a cinque anni e la multa fino a 1.549 euro.