Chi ha ucciso Luigi Tenco? Ferdinando Molteni racconta verità nascoste e oscuri misteri in un libro

13 luglio 2015 | 15:41
Share0
Chi ha ucciso Luigi Tenco? Ferdinando Molteni racconta verità nascoste e oscuri misteri in un libro

Il libro ricostruisce nel dettaglio quel Festival, anche attraverso il racconto di alcuni dei protagonisti

Sanremo. E’ uscito nelle librerie “L’Ultimo Giorno di Luigi Tenco”, edito da Giunti, il libro di Ferdiando Molteni dove l’autore savonese racconta verità nascoste e oscuri intrighi sulla morte di Luigi Tenco avvenuta il 27 gennaio 1967 all’hotel Savoy di Sanremo, in pieno Festival.

“Il viaggio verso Sanremo, le prove, l’attesa, l’esibizione al Festival, la delusione. E poi quella mezz’ora fatale, quando Tenco morì. Cosa accadde veramente? Chi era con lui? In questo libro, per la prima volta, si fa luce sulle contraddizioni e i drammi dei protagonisti di quelle ore: Dalida, Lucien Morisse, il commissario Molinari. Tutti legati a Tenco da un paradossale e tragico destino.

Nelle prime ore del 27 gennaio 1967 Luigi Tenco viene trovato senza vita nella stanza 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo. Si parla di suicidio ma subito c’è chi non crede a questa ipotesi.

Questo libro racconta con molte novità quella misteriosa storia, ricostruisce quel tragico giorno e più precisamente la settimana che va da domenica 22 gennaio, giorno dell’arrivo di Luigi a casa, a Recco, fino a sabato 28, giorno del suo funerale e della finalissima di Sanremo; con materiali d’archivio e inediti, con nuove interviste a chi allora c’era, comprese alcune mai realizzate prima, dimostrando che nessuno esplose colpi di pistola in quella stanza. Tenco possedeva non una, ma due armi da fuoco, eppure morì a causa di una pistola mai ritrovata.

Il libro ricostruisce nel dettaglio quel Festival, anche attraverso il racconto di alcuni dei protagonisti. Non solo. Grazie a un memoriale dell’allora ispettore di polizia Arrigo Molinari, responsabile delle maldestre indagini, si può finalmente creare una connessione tra la morte dell’artista e l’ambiente della malavita marsigliese.”