Anziana gravemente malata in attesa sei ore in ospedale a Imperia per sostituire un sondino






L’odissea di una pensionata e del marito, lei gravemente malata lasciata su un lettino del pronto soccorso dalla mattina al pomeriggio
Imperia. Sei ore e mezza al pronto soccorso per sostituire un sondino (Peg). E’ l’odissea vissuta da un’anziana all’ospedale di Imperia poi trasferita in quello di Sanremo per un “intervento” che alla fine è durato meno di cinque minuti.
E’ una storia da raccontare quella di questa signora di settantasette anni e del marito che di anni ne ha 81 anni. La coppia vive a Imperia. Lei, malata di Alzheimer, per mangiare ha un sondino infilato nella pancia perché non può alimentarsi dalla bocca. In termine medico si tratta della gastrostomia, una via di comunicazione creata per via endoscopica o chirurgica che permette di introdurre alimenti o diete direttamente nello stomaco. Lui, invalido, e nonostante l’età cerca di aiutarla come può a sbrigare le faccende domestiche e a prestarle assistenza. Non hanno figli che possano darle un aiuto.
La storia di questa donna è assurda e in certi casi anche pietosa. Quel sondino in pancia, ogni 6 mesi circa, deve essere sostituito. Cambiarlo è una cosa veloce, può essere fatta in ambulatorio e senza anestesia. Ieri, purtroppo, il sondino le cominciava a dare fastidio. Ha telefonato ad un’amica chiedendole (dato che suo figlio vive nelle stesse condizioni ndr) dove dovesse andare per sostituirlo. “Le ho spiegato che all’ambulatorio di gastroenterologia dell’ospedale di Imperia le avrebbero prestato tutta l’assistenza necessaria”, racconta l’amica che ha deciso di denunciare pubblicamente questa odissea.
Il marito allora ha chiamato l’ambulanza e insieme sono andati al pronto soccorso di Imperia. Li, con la moglie sdraiata su un lettino e gravemente malata, hanno aspettato dalle 9 di mattina fino alle 15,30 di pomeriggio (davanti a lei c’erano altre persone in attesa ndr) per poi sentirsi dire che il sondino lo avrebbero cambiato all’ospedale di Sanremo.
Ed è successo infatti che un’ambulanza li ha accompagnati al Borea e in 5 minuti le hanno sostituito il sondino e finalmente alle 17 erano tornati a casa e il marito senza neppure mangiare. “Quando ho chiamato il marito e mi stava raccontando che erano ancora in ambulanza quasi non ci credevo. Dico io, perché a mio figlio lo cambiano a Imperia? Forse perché ancora a 46 anni ho l’energia di arrabbiarmi e di pretendere che i medici facciano il loro dovere? Forse perché non si trovava un sondino? La verità è che in una situazione di grandissimo disagio e sofferenza, ve lo posso assicurare, conosco la situazione sulla pelle di mio figlio, non si può far aspettare un anziano di 81 anni e una donna gravemente malata più di 6 ore in un pronto soccorso – sottolinea l’amica della pensionata imperiese – Persone con familiari invalidi vivono molto spesso queste situazioni. Io stessa lotto tutti i giorni non solo contro la malattia, ma talvolta anche contro l’indifferenza di chi invece dovrebbe alleviare un po’ il dolore. C’è qualcosa che nel sistema non funziona nonostante ci siano anche bravi medici e infermieri”, dice arrabbiatissima l’amica.
Tra l’altro non sarebbe neppure la prima volta che succede. “La volta scorsa – racconta l’amica della coppia di anziani – la signora era stata otto ore in attesa prima di essere visitata”. Ora si attende solo un’eventuale replica della direzione sanitaria dell’Asl1.