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Ultima Lectio Divina guidata dal vescovo: “Il Tuo volto, Signore, io cerco”

11 giugno 2015 | 13:32
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Ultima Lectio Divina guidata dal vescovo: “Il Tuo volto, Signore, io cerco”
Ultima Lectio Divina guidata dal vescovo: “Il Tuo volto, Signore, io cerco”
Ultima Lectio Divina guidata dal vescovo: “Il Tuo volto, Signore, io cerco”
Ultima Lectio Divina guidata dal vescovo: “Il Tuo volto, Signore, io cerco”

L’appuntamento con la Lectio Divina guidata dal vescovo riprenderà con l’inizio nel nuovo anno pastorale con nuovi approfondimenti

Si è concluso ieri a Sanremo e venerdì scorso a Torino la preziosa tappa del cammino con i personaggi della Bibbia iniziato, dalla nostra chiesa diocesana, a novembre e proseguito un venerdì al mese fino ad oggi. Un’occasione importante per raccogliersi, ritrovarsi e meditare insieme all’ausilio e alla guida del vescovo la Parola di Dio e approfondire la comprensione di alcuni personaggi biblici più o meno conosciuti.

Attraverso Giacobbe, Mosè, Davide, Naaman il Siro, Giona, Giobbe e Maria è stato possibile comprendere come tutti abbiamo un’idea talvolta distorta del volto di Dio, come spesso la nostra immaginazione ci porti a vederlo come vorremmo noi e non per ciò che è e allo stesso tempo comprendere che solo affidandoci a Lui senza esigere che Lui si uniformi al nostro volere possiamo vivere pienamente nel Suo Amore.

“Ma il volto – come afferma il vescovo – non caratterizza soltanto Dio e la sua ricerca: il Volto è anche immagine dell’uomo nella sua più profonda verità. Si dice abitualmente che l’uomo “ha un volto” ma sarebbe più corretto affermare che l’uomo “è un volto”. Effettivamente il volto, come del resto il nome, interessa l’identità della persona, perché la precisa, la mostra e consente la relazione. Che cosa saremmo senza un volto?”

Questa domanda fa tuttavia sorgere spontanea una riflessione sul volto e sulle tante maschere che talvolta mettiamo davanti agli altri negando, per paura o per altre ragioni, la possibilità di lasciarci osservare per ciò che siamo e per quello in cui crediamo. Ma, per quanto proviamo, non riusciamo a compiere lo stesso gesto davanti a Dio: che ci ama, ci conosce e ci riconosce ciascuno con il proprio volto e il proprio nome.

Partendo dal brano della Genesi e dalla domanda “dove sei?”, “chi sei?” rivolta ad Adamo allora, e a ciascuno ogni giorno, il vescovo ha aiutato tutti i presenti a meditare sulla provocazione di lasciarci incontrare da Dio e a fare i conti con noi stessi e con ciò che siamo veramente, senza fuggire di fronte alla realtà dei nostri pensieri e delle nostre azioni. Questa domanda, quindi, si pone l’intento di mostrarci la strada da seguire senza scegliere la via del nascondimento.

La nostra vita, fatta di fatiche e di errori, è davanti agli occhi di Dio: non abbiamo bisogno di sfuggire il suo sguardo perché Lui ci conosce e ci ama per ciò che siamo, nonostante tutti i nostri sbagli. Ma è proprio nella mancanza che dobbiamo affidarci alla sua infinita misericordia e chiedergli, con spirito di umiltà e perdono, la forza per non perseverare negli errori e consegnare nelle sue mani la nostra vita e, soprattutto, l’autenticità dei nostri volti.

E quando abbiamo dei dubbi sulla nostra esistenza e autenticità non dovremmo chiederci “chi siamo?” ma piuttosto “di chi siamo?” e in Dio, che ci ha creati a sua immagine e somiglianza, trovare la risposta per continuare o riprendere la Sua, e nostra, strada.