Lavori del raddoppio ferroviario: stato di agitazione di Feneal UIL, Filca CISL e Fillea CGIL

30 giugno 2015 | 17:22
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Lavori del raddoppio ferroviario: stato di agitazione di Feneal UIL, Filca CISL e Fillea CGIL

Insomma una moltitudine di situazione che nel 2015 non sono più sopportabili, soprattutto in un luogo che dovrebbe essere costantemente vigilato perché di interesse Nazionale

Imperia. Le organizzazioni sindacali Feneal UIL, Filca CISL e Fillea CGIL sono a dichiarare lo stato di agitazione dei lavoratori del Raddoppio Ferroviario Andora – San Lorenzo al Mare impiegati nella Azienda Sicurbau Spa. Tale azienda infatti non ha ancora provveduto al pagamento delle retribuzioni di maggio (in scadenza il 15 giugno) creando forti problematiche per i dipendenti impiegati in un’opera di pubblica utilità. Questa mattina i vertici di cantiere ci hanno confermato che ancora non è possibile sapere quando verranno quietanzate le paghe, dicendo che la Stazione Appaltante Italfer Spa (Ferrovie dello Stato) non ha provveduto a pagare gli Stati di Avanzamento Lavori. In merito abbiamo provveduto, nel pomeriggio di oggi (30 giugno 2015) ad inviare alla Committenza (Italfer Spa) una richiesta di blocco pagamento SAL e scorporo delle quota riguardante le retribuzioni dei lavoratori, al fine di tutelare con gli strumenti che possediamo, gli stipendi delle maestranze.

Come Organizzazioni Sindacali di categoria chiediamo una presa di posizione forte a riguardo; le Istituzioni Locali, sapendo che questa opera sarà fondamentale per migliorare la qualità del trasporto su binari per il ponente Ligure, devono farsi carico della risoluzione di questa vertenza. Siamo anche a manifestare la nostra grande delusione nell’aver a che fare con un’impresa che, pur svolgendo un lavoro di prestigio per l’economia locale e soprattutto di carattere Pubblico, evita il confronto Sindacale e prosegue nella propria via della illegalità senza battere ciglio. Chiediamo agli Organi Preposti di vigilare su ciò che accade quotidianamente, operai sottopagati, un monte di 230 ore mensili (quando dovrebbero essere massimo 170), mancanza di baracche che permettano un minimo di umanità all’interno dell’ambiente di lavoro, arretrati di 6 mesi di tiket pasto, nessun tipo di indennità riconosciute dal CCNL della nostra categoria. Insomma una moltitudine di situazione che nel 2015 non sono più sopportabili, soprattutto in un luogo che dovrebbe essere costantemente vigilato perché di interesse Nazionale.