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La storia di un giovane migrante dalle parole di una volontaria

18 giugno 2015 | 12:02
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La storia di un giovane migrante dalle parole di una volontaria

Ti guardano e chiedono sempre le stesse due cose: hai notizie sulla politica europea? Quando qualcuno deciderà qualcosa su di noi? La risposta sempre la stessa: amico mio purtroppo non lo so.

Ieri, mercoledì 17 giugno, è stata una giornata tranquilla a Ventimiglia – così ci riferisce oggi Lucia, una volontaria impegnata tutti i giorni a portare il suo sostegno ai tanti migranti –  niente più rimozioni forzate alla frontiera, anzi ora si è aggiunto anche un gruppo di giovani di alcuni centri sociali che si alternano a presidiare l’avanposto dei migranti insieme a loro. Hanno anche creato una pagina facebook: “presidio permanente no borders”.
E poi la stessa volontaria ci racconta la storia di Nassir e Geer due giovani sudanesi che ha incontrato nei giorni scorsi…
Stamattina alla frontiera cercavo Nassir, un giovane ventenne Sudanese che lunedi si era proposto per aiutare il gruppo dei seminaristi nella preparazione dei pasti per gli immigrati ( 600 circa) che “vivono nell’attesa” in stazione.
Arrivata chiamo il suo amico Geer al telefono e mi risponde dicendomi che non poteva parlare. piu’ tardi mi manda un messaggio scrivendo “Sorry I am not here I am in the police france at the border”. La polizia francese li ha fermati oltre confine. Stasera invecece lo rivedo alla frontiera  con un cerotto sul naso. In realtà non erano insieme in Francia. I suoi amici sono passati ma li hanno presi. A lui è toccata un’altra sorte.
Era fra i ragazzi che la mattina prima sono stati caricati di forza sull’autobus della polizia e portati in stazione e nel dimenarsi si è ferito al naso. Lui però è un irriducibile e a piedi se n’è tornato al confine a piedi.
Prendiamo accordi e rimaniamo che domani si sottoporrà al controllo sanitario che la Croce Rossa sta scrupolosamente eseguendo ai presenti in stazione e poi se ritenuto idoneo venerdì sarà anche lui dietro le quinte a dare una mano in cucina o a portare i pasti dalle cucine in stazione.
Alla frontiera la croce azzurra di Mentone si occupa tutti i giorni di fornire colazione pranzo e cena agli immigrati che presidiano sugli scogli. Sconfinano con il loro gazebo e anche loro in un modo diverso, non schiodano.
I piccoli grandi gesti di solidarietà della gente e anche di alcuni negozi della città sono tantissimi.
Stamattina una panetteria ha portato alcuni vassoi di croissant in stazione, peccato che sono stati rifiutati dalla croce rossa perchè non erano sigillati. Anche queste cose si scontrano con dei grossi muri di illogicità!
In stazione il clima è diverso rispetto alla frontiera. Questo clima di attesa si palpa nell’aria, denso come una nebbia. Gli stessi volti li ritrovi negli stessi precisi angoli giorno dopo giorno, hanno come occupato una sorta di indirizzo. Ti guardano e chiedono sempre le stesse due cose: hai notizie sulla politica europea? Quando qualcuno deciderà qualcosa su di noi?
La risposta sempre la stessa: amico mio purtroppo non lo so.