Inchiesta su edilizia privata, task force al lavoro per due mesi a caccia di abusi

25 giugno 2015 | 07:13
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Inchiesta su edilizia privata, task force al lavoro per due mesi a caccia di abusi

Alla fine sono 35 le segnalazioni di irregolarità finite alla magistratura, in seguito ai controlli fatti su precisa sollecitazione dei commissari

Diano Marina. Tre agenti della polizia municipale, tre tecnici dell’ufficio edilizia privata coordinati da un comandante e da un dirigente per un mese intero hanno passato al setaccio insegne, caldaie, tettoie, parcheggi, pannelli fotovoltaici e ampliamenti di volumetrie.  Hanno raccolto un corposo dossier di centinaia e centinaia di pagine che alla fine ha preso la strada della Procura della Repubblica di Imperia che alla fine ha indagato un’ottantina di persone.

Su input della commissione d’accesso sbarcata ad aprile in Comune a Diano Marina che ha spulciato autorizzazioni e documenti, la “task force” dell’edilizia privata coordinata dal comandante Daniela Bozzano e dall’ingegnere Riccardo Volpara ha iniziato, giorno dopo giorno, a scandagliare tutta la città, da levante a ponente anfiteatro collinare compreso, a caccia di irregolarità.

Un mese di ispezioni, fotografie, accertamenti, misurazioni e anche di scoperte di irregolarità e alla fine è stato elaborato un report sull’edilizia che ha riservato anche sorprese.

E’ nata così l’inchiesta che vede indagati progettisti e direttori dei lavori, quindi architetti, geometri e ingegneri. Presto saranno chiamati a testimoniare con i loro legali davanti al pool di magistrati che fa capo al procuratore Giuseppe Geremia.

Il primo mese tecnici e vigili hanno effettuato blitz e verifiche, il secondo mese hanno passato le giornate in ufficio ad incrociare i dati che avevano rilevato durante i sopralluoghi. “Ciò che all’occhio nudo non era evidente è balzato agli occhi consultando i documenti. C’erano delle irregolarità che sono state rilevate e contestate”, si limitano a confermare dal comando della polizia municipale.

Durante i sopralluoghi, infatti, sono emersi gli abusi più vari che riguardano la realizzazione di manufatti esterni, ma anche abusi relativi ad abitazioni private, esercizi pubblici, situarti in varie zone della cittadina. Accertate anche irregolarità per interventi relativi a modifiche circa la destinazione d’uso degli immobili.

Alla fine sono 35 le segnalazioni di irregolarità finite alla magistratura, in seguito ai controlli fatti su precisa sollecitazione dei commissari che spulciano atti e provvedimenti amministrativi con il compito di verificare l’esistenza o meno di un condizionamento mafioso nell’azione del governo cittadino.

E in quel dossier ci sono anche gli interventi eseguiti dalla Gestioni municipali spa, sulle spiagge e sul Molo delle tartarughe. Alcuni sono stati compiuti nelle zone a vincolo paesaggistico.