In Riviera scoppia la guerra dello spaghetto e dei party in spiaggia “abusivi”

27 giugno 2015 | 12:12
Share0
In Riviera scoppia la guerra dello spaghetto e dei party in spiaggia “abusivi”

Molti pubblicizzano pranzi e cene a 12 euro tutto incluso. E qualcuno comincia a storcere il naso perché si tratta di concorrenza sleale

Imperia. Da Cervo a Ventimiglia, praticamente in tutte le località costiere, si riaccende la cosiddetta “guerra dello spaghetto”. Da una parte ci sono i ristoratori, dall’altra i gestori degli stabilimenti balneari.

Una legge regionale consente ad entrambi, se le licenze sanitarie sono in ordine, di preparare piatti a base di pesce e di carne, ma anche pizze, dolci e ricchi apericena. La stagione è appena iniziata e, soprattutto nei fine settimana, si sono cominciati a vedere anche i turisti. Un afflusso di persone che ha spinto verso la riapertura di tutte le cucine dei chioschi degli stabilimenti balneari.

I ristoratori cominciano a protestare per il proliferare di cartelli e annunci del tipo “Spaghetti ai frutti mare”, “Pesce pescato dal nostro bagnino alla griglia”. Alcuni stabilimenti balneari mettono i cartelli con i menu all’esterno, ben visibili a chi transita sul lungomare, attirando così l’attenzione dei passanti che poi si fermano a mangiare. Molti pubblicizzano pranzi e cene a 12 euro tutto incluso. E qualcuno comincia a storcere il naso perché si tratta di concorrenza sleale.

Almeno per ora nessuna associazione di categoria né da una parte nè dall’altra ha preso posizione. Vero anche che bar e ristoranti sono attività accessorie dei bagni, per cui lavorano con i propri clienti e solo con loro possono svolgere questo tipo di servizio, ma sempre rispettando le norme sanitarie. In Riviera si sa ci sono anche stabilimenti balneari che non hanno le cucine, ma che la sera intrattengono i bagnanti con un menù a base pesce e carne cucinata alla brace con la sicurezza ridotta al minimo con la griglia collegata a bomboloni di gas.

E ci sono poi i casi delle feste e party in spiaggia sotto le stelle con dj che arrivano con una valigetta, due casse e due fari colorati. Con cd masterizzati, pennette con la scaletta mixata talvolta già pronta fanno divertire i bagnanti. Finisce la serata e passano all’incasso: 200-300 euro a botta. Nelle casse del Fisco e della Siae non finisce nemmeno un centesimo. In quel caso la finanza è già in agguato.