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Il cieco di Gerico … – Il servizio e l’umiltà dei volontari

16 giugno 2015 | 11:29
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Il cieco di Gerico … – Il servizio e l’umiltà dei volontari

Il servizio di cui parla il Vangelo è un’altra cosa: la differenza sta nella motivazione e nell’atteggiamento interiore con cui il servizio è svolto

Questa volta, amici lettori, mi rivolgo a coloro che si prendono cura di voi. Mancano una decina di giorni: si torna a Lourdes! A compiere un servizio!

Servizio è un termine abusato e non ne comprendiamo più il reale significato; il commerciante offre un servizio ai clienti, il dipendente presta servizio il tal giorno dalle/alle, e così via, ma tali servizi sono svolti in vista di un compenso. Il servizio di cui parla il Vangelo è un’altra cosa: la differenza sta nella motivazione e nell’atteggiamento interiore con cui il servizio è svolto.Esso è un atto di carità, cioè di quell’amore che non cerca il proprio interesse: è fatto di donazione. Diventa imitazione dell’agire di Dio.

Gesù dice – attraverso Lc 22,26 – che chi governa deve essere come colui che serve, e chi è il primo deve essere il servo di tutti – dice in Mc 10,44.

Accanto alla gratuità il servizio richiede un’altra caratteristica: l’umiltà. Mi viene subito in mente la lavanda dei piedi: Cristo, da creatore, si è inginocchiato dinnanzi alle sue creature e dice: dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri, che vuol dire renderci vicendevolmente servizi di umile carità. Ma, mi domando, io svolgo realmente un servizio di amore e umiltà, oppure mi servo dei fratelli per appagarmi? Se cerco il plauso o la soddisfazione interiore di sentirmi un benefattore, allora il mio servizio non è disinteressato!

Nemmeno la carità è completa se ci sono servizi che compio volentieri e altri che cerco di evitare. Quelli più sicuri, a tal punto, sono i servizi che compiamo senza che nessuno se ne accorga.

Anche l’attaccamento eccessivo alle proprie comodità e abitudini stride col servizio: ci si fa un idolo del proprio tempo libero! Dunque “servizio per i cristiani significa non vivere più per se stessi” (2Cor. 5,15).

Pare eccessivo? Ma nessuno di noi è perfetto; l’importante è affidarsi a Dio e chiedere che ci sostenga nel servizio, consapevoli che con il servire i sofferenti proclamiamo la nostra fede in Lui. Martedì prossimo mi ripropongo di completare l’argomento con un’altra puntata, incentrata sull’Eucaristia, che ci <spinge> al servizio. Buona settimana.

(di Henricus Otten)